Il previsto aumento dell’Iva a partire dal primo luglio allontanerà sempre di più la ripresa ”gelando” i consumi già in crisi. C’è il serio rischio che questo rialzo possa tradursi a fine anno in un calo ulteriore di un punto e mezzo percentuale dei consumi alimentari, il cui trend appare già oggi molto negativo con un crollo del 3% circa in quantita’ nel primo bimestre del 2013.
Lo afferma in una nota la Confederazione italiana agricoltori (Cia).
E’ vero che l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% non riguarda beni di prima necessita’ come pasta o pane, ma coinvolge – ricorda la Cia- tuttavia prodotti di largo consumo come acqua minerale, vino e spumanti, birra, succhi di frutta, caffè e bevande gassate.
Senza contare – prosegue l’associazione di categoria – che il rialzo sulla voce carburante avra’ comunque effetti sul settore, visto che in Italia, per arrivare dal campo alla tavola, i prodotti alimentari viaggiano su gomma nell’85% dei casi: l’aumento delle spese di trasporto, quindi, andra’ a ”pesare” sui listini al supermercato. Spingendoli in alto.
E’ chiaro, quindi, l’impatto devastante che questa misura avra’ sul portafoglio degli italiani – sottolinea la Cia – tanto piu’ che gia’ oggi 7 famiglie su 10 sono costrette a ”tagliare” su cibo e sanita’ per colpa della crisi. Il governo, quindi, deve capire che non e’ questa la soluzione, anche perche’ non c’e’ alcuna possibilita’ di ripresa economica attuando misure che abbattono ancora di piu’ i consumi domestici.