La mozione del Movimento Cinque Stelle che prova a far valere i diritti della Sicilia in tema economico non andrà subito in Aula. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha infatti detto no alla richiesta avanzata da 20 deputati per la convocazione straordinaria dell’Ars per la trattazione dell’atto parlamentare che riguarda l’articolo 37, cioè l’applicazione della norma secondo cui le imprese che producono in Sicilia, anche se hanno sede legale fuori, devono pagare i tributi nell’isola. Secondo la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, a partire del 2014 la determinazione del gettito attribuibile alla Regione, ai sensi dell’art. 37 statuto siciliano, “non dovrà essere affidata a stime forfettarie provenienti dall’amministrazione centrale, bensì ad automatismi che garantiscano che alla Sicilia affluisca il gettito delle relative imposte realmente maturate in Sicilia. L’art. 37, pertanto, si applicherà a tutte le imposte gravanti sui redditi derivanti dall’esercizio di impresa o di arti e professione, comunque denominati e qualunque sia la loro forma giuridica”. Se approvata, le casse regionali potrebbero trarne grossi benefici. La mole di denaro che eviterebbe di varcare lo Stretto con direzione Roma sarebbe sicuramente molto più grossa dei 50 milioni l’anno che il governo centrale sarebbe disposto a riconoscere.
“La somma di cinquanta milioni – afferma il deputato Cinque Stelle, Stefano Zito – è nettamente al di sotto delle potenzialità garantite dall’articolo 37. Per questo avremmo voluto che se ne parlasse in Aula al più presto, prima cioè che il presidente Crocetta voli a Roma per definire il dettaglio dei trasferimenti dello Stato alla Regione”.
E’ invece, dalla presidenza dell’Ars è arrivata la doccia fredda: niente convocazione straordinaria, ma solo l’impegno a a portare l’argomento all’esame della prossima conferenza dei capigruppo per stabilirne la trattazione in una delle prossime sedute.
“Il presidente – dice Zito – ha scritto che non ravvisa i caratteri dell’urgenza. Una decisione a mio avviso inspiegabile, visto che la discussione della mozione avrebbe avuto senso solo prima della trasferta a Roma del presidente delle Regione, prevista per giugno. L’articolo 37 rischia di essere svuotato e depotenziato e questo in un momento in cui un po’ di ossigeno per le casse regionali sarebbe stato non solo importante, ma addirittura indispensabile. A pagarne lo scotto alla fine, come sempre, potrebbero essere i siciliani”