A vincere il primo turno delle elezioni amministrative e’ l’astensionismo, che si conferma il primo ”partito’ in Italia. Ad andare ai ballottaggi sono Pd e Pdl mentre rimane fuori (e si ridimensiona) il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. E’ questo il primo responso che arriva dalla tornata elettorale di ieri.
L’affluenza si e’ fermata al 62,38% facendo registrare un crollo di quasi 15 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2008, quando a recarsi al voto fu il 78,1% degli aventi diritto. Record in negativo a Roma, dove solo un elettore su due si è recato alle urne segnando un’affluenza del 52,8% contro il 73,66% del 2008. Un calo che può essere attribuito, per il ministro dell’Interno Angelino Alfano anche al mancato abbinamento con le elezioni politiche dello scorso febbraio, che sicuramente avrebbero fatto da traino.
Questa volta neanche il Movimento 5 Stelle e’ riuscito a raccogliere i voti dei delusi dalla politica, tanto e’ vero che i grillini hanno perso dalla meta’ ai 2/3 dei voti rispetto alle scorse politiche rimanendo fuori da tutti i ballottaggi. Un dato fra tutti e’ quello della Valle d’Aosta dove il M5S ha preso il 6,6%, ovvero tre volte meno di quel 18,6% ottenuto a febbraio A registrare un buon risultato, pur in presenza di una forte astensione, e’ il centrosinistra che si trova in vantaggio in tutti i sedici Comuni capoluogo interessati dal voto. Anche in citta’ come Brescia, Imperia, Viterbo o Treviso che erano amministrate dal centrodestra.
Nelle principali citta’ in cui i cittadini sono stati chiamati alle urne, i ballottaggi sono tutti, o quasi, fra Partito democratico e Popolo della liberta’, con l’eccezione di Treviso e Lodi, tradizionali feudi della Lega Nord, dove i candidi democratici si confronteranno con quelli del Carroccio.
Con questi ultimi che comunque, in entrambi i casi, partono da -9%. In quattro citta’ per il Pd la vittoria e’ arrivata gia’ al primo turno: Massa, Pisa, Sondrio e Vicenza. Nella citta’ veneta Manuela Dal Lago, fedelissima di Umberto Bossi, non riesce a prevalere sul sindaco uscente di centrosinistra Achille Variati.
Un altro dato da considerare, e che certamente lascera’ spazio alle letture piu’ diverse, e’ quello di Roma, dove Ignazio Marino del Pd va oltre le previsioni superando di 12 punti percentuali il sindaco uscente Gianni Alemanno.
Marcello De Vito (M5S) non arriva al 13% mentre Alfio Marchini sfiora il 10% e i suoi voti potrebbero essere determinanti in vista del ballottaggio.
Per il segretario democratico Guglielmo Epifani ”i dati incoraggiano il lavoro iniziato e sono incoraggianti per tutto il Pd. Ora – afferma – comincia una risalita”. Gli fa eco il leader di Sinistra e liberta’ Nichi Vendola per il quale ”il centrosinistra risorge nelle citta’, nella prima prova dopo lo schianto si dimostra capace di essere un’alternativa credibile”.
Se il Pd puo’ tirare un respiro di sollievo, il Pdl deve fare i conti con il risultato ottenuto nella Capitale, da sempre citta’ dove si misura la forza politica, dal sindaco uscente Gianni Alemanno che si e’ fermato al 30,2% contro il 42,6% di Ignazio Marino del Pd. L’esponente del Pdl ostenta sicurezza: ”La partita e’ ancora aperta, al ballottaggio si riparte da zero, e io lottero’ fino alla fine”. Dal Pd arrivano invece segnali di apertura all’elettorato del Movimento 5 Stelle: ”Molti dei loro temi – dice Marino – sono anche nostri, a partire alla democrazia partecipata.
Insieme possiamo lavorare per cambiare questa citta”’. Ma il candidato grillino Marcello De Vito, che non e’ riuscito a superare il 13%, mentre a febbraio alle politiche il M5S aveva raggiunto il 27,27%, spiega che al ballottaggio sara’ lasciata ”la piu’ ampia liberta’, io personalmente mi rechero’ al seggio e non votero’ ne’ l’uno ne’ l’altro.
Sentiremo quello che dice la base, anche se penso che la risposta sara’ quella di lasciare alle persone la massima liberta”’.
Tra i Comuni al voto, uno di quelli tenuto maggiormente sotto osservazione e’ stata Siena, dominio storico della sinistra, dove il Pd ha subi’to i contraccolpi delle inchieste sulla banca Monte dei Paschi e per la prima volta dopo 20 anni e’ costretto ad andare al ballottaggio. Ma qui Grillo, che ha puntato molto durante la campagna elettorale sulla scandalo bancario, non ha superato l’8%. Interessante e’ anche il dato di Imperia, citta’ dell’ex ministro Pdl Claudio Scajola, dove il centrosinistra ha staccato di quasi 20 punti il centrodestra.
Nella tarda serata di ieri un attacco ai giornalisti arriva dal blog di Beppe Grillo. Paolo Becchi, in un corsivo pubblicato sul sito, invita la stampa a non parlare di ”crollo’ M5S perche’ ”tutti sapevano – per primi gli elettori e gli attivisti del Movimento – che nelle elezioni comunali il M5S non avrebbe certo ripetuto il risultato delle politiche. Del resto, tra persone sincere questo fatto non sarebbe neppure oggetto di discussione: non c’e’ nessun rapporto tra le consultazioni politiche nazionali e le elezioni locali”. E il deputato Luigi Di Maio ricorda che alle amministrative romane del 2008 i grillini presero il 2% mentre oggi poco meno del 13%. Cio’ non basta per sedare i malumori della base e sul blog infatti esplode la rabbia dei miltanti: ”Il movimento e’ dimezzato. Bravi. Complimenti a Casaleggio, che ha impostato una strategia comunicativa disastrosa, e complimenti a Grillo, che ha dissipato un enorme patrimonio di voti”, si legge. E poi ancora: ”Volete degnarvi di restituire agli elettori Cinquestelle la capacita’ di decidere la linea politica del Movimento? Oggi il M5S e’ fermo, imbalsamato. Avete buttato un capitale di 9 milioni di voti”.