I costi medi delle tariffe Rc auto in 18 anni (dal 2004 al 2012), sono più che raddoppiati passando da 391 euro del 2004 a 1.350 euro nel 2012 con aumento del 245%. Lo denunciano in una nota Adusbef e Federconsumatori che sottolineano come in Italia la Rc auto si mangia il 6,5% di stipendio, il doppio della media Ocse e il triplo dell’Inghilterra. Ulteriori rincari di 35 euro sono stimati nel 2013, con una incidenza di valore di +1.385 euro e una percentuale superiore al 250%. Ancora peggiore la situazione delle polizze obbligatorie per assicurare moto e motorini sotto i 150 cc di cilindrata, con utenti costretti a subire rincari superiori al 400%, con costi medi passati da 98-121 euro (minimo e massimo) del 1994, a 490-530 euro (minimo e massimo nel 2008), e con costi RC moto che hanno subito l’impennata del 480% nel 2012, e un aumento secco di 549 euro, passando da 121 a 670 euro (escluso incendio e furto). Per questo le associazioni dei consumatori "invitano il Governo a porre un argine a una speculazione decennale assurda ed illegale. Prima della liberalizzazione tariffaria del 1994, sotto il regime dei ‘prezzi amministrati, – spiegano – gli assicurati pagavano in media 700.000 lire, il controvalore di 391 euro per assicurare un’auto di media cilindrata fino a 1.800 C.C. Dodici anni dopo, nel 2006, il costo medio della stessa polizza per un auto di fascia media (non contando le punte estreme come la Campania) è lievitato a 868 euro, con un rincaro del 122%, per passare a 1.350 euro nel 2012, con un aumento di 889 euro (+190%) stimati nel 2013, a differenza di altri Paesi Ue, Francia, Spagna, Germania, con aumenti registrati che non hanno mai superato la soglia dell’87%".