Da novembre del 2011 ad oggi si sono perse 60 mila imprese. E’ questo il grido d’allarme lanciato dal presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, nella sua relazione all’assemblea annuale. ”Da novembre 2011 abbiamo avuto 18 mesi di Governo tecnico ”supplente’, poi un estenuante ”stallo alla messicana’, uno sterile duello in cui le forze politiche si sono tenute sotto tiro a vicenda – ha detto Merletti -. Intanto, nei 600 giorni da novembre 2011 ad oggi, il sistema produttivo ha perso 60mila imprese, la disoccupazione giovanile e’ cresciuta di oltre 8 punti, il Pil e’ calato del 3,4%, la pressione fiscale e’ aumentata di quasi 2 punti e il credito alle imprese e’ diminuito di 65 miliardi”. ”Ora bisogna agire, e senza esitazioni, sui fronti del fisco, della burocrazia, del credito, del lavoro”, ha sottolineato Merletti, che dal palco ha denunciato: ”Le nostre aziende non ce la fanno piu’ a sopportare una pressione fiscale che nel 2013 tocchera’ il 44,6% del Pil, vale a dire 2,4 punti in piu’ sopra la media dell’Eurozona”. ”In pratica paghiamo 38 miliardi di maggiori imposte rispetto ai partner europei, 639 euro in piu’ per abitante. Tra il 2005 e il 2013 l’incremento delle entrate fiscali e’ stato di 132 miliardi: pari pari ai 132 miliardi di incremento del PIL. Cosi’ non si esce dal tunnel della crisi!”. ”Aumento di pressione al quale ha contribuito, nell’ultimo anno, la tassazione locale con l’IMU. Al riguardo faccio solo una considerazione. Non e’ giusto che gli immobili produttivi siano trattati alla stregua delle seconde case: i nostri laboratori vanno esentati dall’IMU perche’ sono la nostra prima casa – ha aggiunto Merletti -. Sulle imprese cade anche un incessante diluvio di leggi su ”come’ pagare le tasse. Dall’inizio della scorsa legislatura ad oggi, il Parlamento ha approvato 491 norme a contenuto fiscale, 100 all’anno, con l’immancabile corredo di decreti attuativi e circolari esplicative”. ”Abbiamo fatto proposte per rendere semplice un sistema incomprensibile per le imprese e, ancor di piu’, per gli investitori internazionali – ha concluso Merletti -. Non possiamo piu’ permetterci il lusso di indossare la maglia nera in Europa per la pressione fiscale e burocratica. Vorremmo cominciare a scalare la classifica!”.