FONDI UE, IMPEDIRE LA BEFFA OLTRECHÉ IL DANNO

“C’è il rischio di un fallimento peggiore di quello registrato dalla vecchia e impercettibile programmazione comunitaria, la 2000-2006”. Nella giornata conclusiva dei lavori del Comitato di sorveglianza sull’attuazione del Po-Fesr 2007-2013, la Cisl Sicilia interviene con una nota nella quale il sindacato guidato da Maurizio Bernava traccia alcuni indirizzi per un’azione straordinaria, politico-amministrativa. Prendendo le mosse dalla “doppia constatazione”: che nel 2012 appena 210 persone, in Sicilia, hanno trovato lavoro grazie ai fondi Ue. E che dei sei miliardi disponibili per il 2007-2013, al 31 maggio le spese certificate ammontavano a meno del 20%: a un miliardo e 195 milioni. Da qui la richiesta del sindacato di “un’azione lungimirante e rapida, politica e amministrativa”, per impiegare le somme entro il 2015 impedendo il disimpegno dei fondi non spesi: “un danno ulteriore per la Sicilia oltre che una beffa”. La Cisl concorda con quanto rilevato dal Comitato di sorveglianza e dall’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi relativamente al “deficit strutturale della macchina amministrativa regionale nella gestione dei fondi da parte dei dirigenti generali dei dipartimenti”. I nodi da sciogliere, per il sindacato, sono: “l’inadeguatezza delle competenze, la mancanza di coordinamento tra dipartimenti, la frammentazione degli investimenti, lo scarso monitoraggio a verifica della qualità e della spesa effettiva”. In una parola, sottolinea la Cisl, “viene in luce una incapacità di spesa peggiorata persino nell’ultimo anno, anche a causa dell’incertezza amministrativa determinata da decisioni superficiali e approssimative come quelle relative alla rotazione del personale”. Ma il sindacato precisa: “I direttori generali hanno grandi responsabilità ma la croce del fallimento della programmazione non può essere lasciata unicamente sulle loro spalle”. Troppo spesso quella ai dirigenti generali è “una falsa delega in bianco da parte della politica, interessata in realtà a soggiogare la burocrazia per logiche clientelari, a scapito degli obiettivi dichiarati di sviluppo”.
La Cisl richiama la manifestazione regionale del 6 dicembre organizzata dai sindacati confederali al Politeama di Palermo. “Il governo – scrive – deve qualificarsi per un’adeguata strategia di sviluppo, potenziando il confronto sociale, finora mancato”. Deve attrezzarsi in modo straordinario “anche affidando la specifica delega della programmazione a quello, dei suoi assessori, più competente per area istituzionale e naturalmente sensibile al tema”. Ancora, con l’obiettivo di accelerare una spesa di qualità, deve “sviluppare un’azione contestuale a quella del governo nazionale facendo leva pure sui poteri sostitutivi dell’esecutivo centrale”.
Per la Cisl non serve ora, per la fase conclusiva del 2007-2013, avventurarsi in una nuova programmazione per salvare capra e cavoli. Sarebbe un errore. Bisogna piuttosto “concentrare l’azione politico-amministrativa sulla spesa per progetti che incentivino realmente gli investimenti d’impresa, sia nel manifatturiero che nell’agricoltura, nel turismo e nei servizi”. Ma bisogna fare in fretta, incalza il sindacato. Anche per evitare “figuracce sul piano nazionale come quella che pesa sui settori strategici dell’acqua e dei rifiuti, per i quali la percentuale di spesa è prossima allo zero”.