Per il premier Enrico Letta questa non sarà una settimana diversa dalle altre, il governo andrà avanti per la sua strada e con i suoi impegni. ”Sinceramente non credo che sia una settimana decisiva più di altre, in questa c’è il Consiglio Europeo ma ce ne sono state altre precedenti importanti”, ha detto Letta ieri a ”In 1/2 ora” da Lucia Annunziata. E poi, ha aggiunto, ”di fibrillazioni ce ne saranno tante” sottolineando come la maggioranza sia ”originale e la situazione particolare” e come non possa esserci una ”maggioranza che non discuta. Bisogna farci abitudine”. Tutto vero, il dovere di un presidente del Consiglio e’ anche quello non lasciarsi prendere dallo scoramento e di pensare positivo, trasmettendo al Paese un senso di sicurezza. Ma quella che si apre oggi non e’ una settimana uguale alle precedenti, e’ probabilmente il primo vero snodo che l’esecutivo Pd-Pdl-Scelta civica si trova ad affrontare. Un susseguirsi di avvenimenti, che toccano piu’ o meno direttamente il governo. Innanzitutto questo pomeriggio Letta vedra’ il ministro Josefa Idem, coinvolta in una questione di Ici non pagata e con lo spettro incombente delle dimissioni. Sempre oggi e’ attesa la sentenza sul caso Ruby, che vede imputato l’ex premier Silvio Berlusconi. Poi c’e’ la necessita’ di reperire quei fondi che permettano di sopportare la sospensione della rata dell’Imu di giugno e il rinvio dell’aumento dell’Iva. Un vertice di maggioranza si terra’ probabilmente domani. Un vertice che si svolgerebbe alla vigilia della riunione del Consiglio dei Ministri, prevista per mercoledi’ e con all’ordine del giorno appunto il tema dell’Iva e il piano per l’occupazione giovanile. Un piano, quest’ultimo, che verra’ illustrato – e’ nelle intenzioni del premier – al Consiglio europeo di giovedi’ e venerdi’. Insomma una settimana rovente, dove le questioni per le quali il governo deve trovare rapide soluzioni (in mancanza di interventi l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% scattera’ il primo luglio) si intrecciano con temi solo apparentemente esterni all’esecutivo, come i processi nei quali e’ protagonista Berlusconi. Il governo ha gia’ incassato senza apparenti conseguenze – e’ pero’ evidente l’innalzamento del livello di scontro ad opera del Pdl per esempio sull’Iva – la sentenza della Consulta che ha dato torto al Cavaliere sul legittimo impedimento. Dovessero arrivare altri due pronunciamenti contrari a Berlusconi e, contemporaneamente, difficolta’ nel varare misure chieste a gran voce dal Popolo della Liberta’ e’ facile prevedere un ulteriore inasprimento dei rapporti con gli ”strani’ alleati fino – come ha chiaramente lasciato intendere nei giorni scorsi il vicepremier e segretario del Pdl Angelino Alfano – alla messa in discussione del governo stesso. In ogni caso Letta mantiene sul tema giustizia un basso profilo. ”Ho sempre pensato che devo lavorare come se questi temi non ci fossero – dice – il governo rispetta l’autonomia della magistratura, noi lavoriamo per aiutare il Paese e la giustizia civile ha problemi maggiori di quella penale”. Alla domanda se Berlusconi non debba reagire ai processi ed alle sentenze che lo riguardano, il premier ha risposto: ”Questo non lo so. Ho visto la reazione collaborativa dopo la sentenza della Consulta”. E’ un Letta cauto, quello che si sta muovendo (e che si dovra’ muovere) in questi giorni, che pero’ non lascia spazio ad equivoci sulla sua determinazione quando dice che non accettera’ diktat che ”non servono a nessuno”. Anche perche’, spiega, ”il coraggio alle volte e’ avere la prudenza necessaria. Chi dice che la tempesta e’ finita sbaglia. Io sono il timoniere in questo momento e ho la responsabilità di fare le cose nel tempo giusto e con prudenza perche’ la situazione rimane complicata”. In ogni caso, aggiunge riferendosi all’ipotesi, riportata da alcuni organi di stampa, di un default del’Italia entro 6 mesi ”se facciamo le cose giuste e se con prudenza si timona la nave e facciamo le cose non sara’ cosi”. Il pressing del Pdl si fa sempre piu’ intenso e il presidente del Consiglio vuole fare intendere che il governo non rimane con le mani in mano. E’ di ieri infatti un incontro con i ministri dell’Economia Fabrizio Saccomanni e del Lavoro Enrico Giovannini per fare il punto sulle risorse disponibili per Iva (e Imu) e piano lavoro. In particolare per il primo dossier servirebbero quattro miliardi se si cancellasse l’Imu sulla prima casa e due se si rimandasse l’aumento dell’Iva fino a dicembre. Risorse che ancora non e’ chiaro dove potranno essere reperite ma, ricorda il premier, ”non e’ che io voglia aumentare l’Iva, o che lo voglia il mio governo. La decisione e’ gia’ nel bilancio dello Stato” e, di fronte ad un momento di crisi profonda, ”venne presa nel 2011 dal governo Berlusconi per salvare la situazione”. Insomma, sono ancora parole di Letta, ”l’aumento e’ stato gia’ deciso e noi dobbiamo trovare le risorse per evitarlo. O spostarlo. Leggo sui giornali molti editoriali o leader politici che dicono che bisogna evitare l’aumento dell’Iva. Sono d’accordo ma l’aumento c’e’. Bisogna trovare altre risorse. Sono fiducioso che troveremo una soluzione ma dico, attenzione, i diktat non servono a nessuno”. Sull’Imu rammenta che ”e’ stato fissato per legge che entro il 31 agosto ci sara’ la riforma e ci impegnamo a mantenere l’impegno”. Sul lavoro, Letta conferma che il Piano nazionale per i giovani sara’ in Consiglio dei ministri mercoledi’. Ma anche qui resta l’incognita delle risorse. ”Combatteremo anche per un piano europeo per i giovani” assicura il premier sottolineando si’ che in Europa e’ in corso ”un negoziato tanto duro” ma nello stesso tempo si augura che venerdi’ sera, al termine del del Consiglio europeo, i Capi di Stato e di governo possano dire che ”abbiamo fatto una cosa concreta e immediatamente realizzabile per i giovani”. Letta continua dicendo di essere ”felice che il lavoro sia il tema al centro del dibattito perche’ in Ue e’ crollato e in Italia ancora di piu’. Noi siamo abituati al tema del tasso di disocuppazione alto ma non come gli ultimi 5 anni. Per la crisi abbiamo messo tutti i soldi per salvare il lavoro di chi era al lavoro. Tanti, una cifra pari a 38 miliardi di euro. E poi nello stesso tempo c’e’ stata la riforma delle pensioni che ha fatto allungare l’eta pensionabile consentendo la non assunzione dei giovani. Due cose – sottolinea Letta – che hanno messo i giovani ai margini. Oggi il lavoro dei giovani va rimesso al centro”. Il premier ricorda che ”noi facciamo un piano nazionale e non c’e’ bisogno del permesso europeo”. Il presidente del Consiglio rileva poi che verranno tra tra l’altro ”riutilizzati i fondi europei” ma che non andra’ dagli altri leader Ue a ”chiedere soldi” perche’ queste risorse sono gia’ nella disponibilita’ dell’Italia. Quanto alla copertura Letta non si sbilancia: ”Le cifre saranno significative ma il piano – sostiene – riguardera’ con intensita’ maggiore il Sud. Sono la garanzia per i giovani che lasciano la scuola per avere subito un’occasione di lavoro. Ci batteremo affinche’ questi soldi siano usati subito e non spalmati su molti anni. Si tratta di 6 miliardi per tutta l’Europa e l’Italia ne usera’ 500 milioni, l’obiettivo e’ usarli subito”. Questo governo, chiarisce Letta, ”ha 3 obiettivi. Innanzitutto la ripartenza dell’economia. In 50 giorni – spiega – abbiamo fatto varie cose, dalle infrastrutture all’edilizia, abbiamo ripreso il tema fondamentale della riforma della politica e costituzionale”. Poi ”sappiamo che la nostra Costituzione e’ rigida e che per cambiarla occorrono procedure complesse. E 18 mesi servono per ridurre il numero dei parlamentari, eliminare il bicameralismo perfetto”. La terza cosa infine e’ che ”senza un’Europa efficace l’Italia non ce la fara’ mai”. Letta spiega che ”non siamo mai usciti da una situazione di rischio, sono 5 anni che l’Italia e’ in difficolta’ e siccome noi abbiamo il debito piu’ alto, la nostra difficolta’ e’ maggiore ma, con scelte azzeccate come quelle fatte dall’ultimo governo che ha rimesso i conti in ordine siamo in una condizione che ci permettera’, se non facciamo errori, di evitare aumenti fiscali e avviare una riduzione delle tasse”. Sul caso Idem e sulle possibili dimissioni dell’ex campionessa di canoa Letta ha annunciato che oggi pomeriggio ”incontrero’ la ministra e parleremo. Poi insieme decideremo che fare. Confesso che non ho visto tutte le carte e che voglio vederle tutte. Dobbiamo essere garantisti e garantire opportunita’ e rispetto delle regole” come ”elemento chiave del nostro governo. Nessun doppio standard”.