Berlusconi: il Pdl chiede agibilità politica

Giornata politica all’insegna delle iniziative del Pdl per saggiare le valutazioni del Quirinale sulla situazione che si è venuta a creare dopo che la Cassazione ha confermato la condanna a Silvio Berlusconi e sulle iniziative da mettere in campo per premere affinchè il governo mantenga i suoi impegni economici e assuma quelli della riforma della giustizia. Di ”grazia” non si è parlato nell’incontro al Quirinale tra i capigruppo del Pdl, Renato Schifani e Renato Brunetta, e il capo dello Stato. Era la condizione posta dal presidente Giorgio Napolitano che aveva precisato alla vigilia come il problema della ”grazia” ha un iter del tutto particolare. E’ probabile quindi che Schifani e Brunetta si siano limitati a illustrare le proprie valutazioni sulla situazione politica e abbiano chiesto di risolvere il nodo della ”agibilità politica” del leader del Pdl. Le fonti del Quirinale hanno tenuto a precisare che i due capigruppo del Pdl ”hanno illustrato al presidente della Repubblica le loro valutazioni circa le esigenze da soddisfare per un ulteriore consolidamento dell’evoluzione positiva del quadro politico in Italia e uno sviluppo della stabilita’ utile all’azione di governo”. Schifani e Brunetta hanno pure chiesto di inserire nel programma dell’esecutivo anche le questioni riguardanti la riforma della giustizia (separazione delle carriere dei magistrati, responsabilita’ civile dei giudici?). I due capigruppo sono poi andati a palazzo Grazioli dov’era in programma il summit del gruppo dirigente del Pdl con Berlusconi, al quale ha partecipato anche Angelino Alfano, ministro dell’Interno e segretario del partito. Il Pdl sembra ribadire la linea spiegata ieri da Berlusconi alla manifestazione che si e’ svolta nei pressi della sua residenza romana: niente crisi di governo perche’ si vogliono ottenere alcuni risultati economici (la cancellazione dell’Imu almeno sulla prima casa, il non aumento dell’Iva, una legge di stabilita’ all’insegna della crescita). Daniela Santanchè fa alcune dichiarazioni davanti alle telecamere: ”Il problema è la democrazia, non il governo. Dovete abituarvi all’idea che Berlusconi andrà in carcere. Gli italiani devono sapere che si mette in carcere un uomo come Berlusconi”. L’ex premier non accetterebbe altre modalità per scontare la pena: nè arresti domiciliari, nè affidamento ai servizi sociali. Fabrizio Cicchitto sposta l’attenzione sul problema che appare centrale per il Pdl: ”Come risolvere la questione dell’agibilità politica per Berlusconi”. Il che significa verificare se nella sua nuova condizione seguita alla conferma della condanna possa comunque svolgere il ruolo di leader del centrodestra. Guglielmo Epifani, segretario del Pd, ha scelto di incontrarsi con il premier Enrico Letta: ”Ho dato un incoraggiamento al presidente del Consiglio perche’ si trova a operare nel cuore piu’ profondo della crisi. Il governo non puo’, ne’ deve, farsi logorare dalle polemiche che abbiamo visto in questi giorni”. Beppe Grillo preferisce sgombrare il campo dall’idea che siano possibili maggioranze diverse dall’attuale con il contributo del M5S: ”Pdl e pdmenoelle pari sono. Non c’e’ alcuna possibilita’ per me di allearsi ne’ con uno, ne’ con l’altro, ne’ di votargli la fiducia. Hanno la stessa identica responsabilita’ verso lo sfascio economico, sociale e morale del no Paese”. Per quanto riguarda il Pd, nella partita a scacchi iniziata col Pdl sulla tenuta del governo e su chi alla fine dara’ scacco matto all’altro, Epifani annuncia che giovedi’ sera si terra’ la Direzione del Pd a cui partecipera’ pure il premier Letta per discutere della situazione politica e delle regole per il Congresso, come chiesto insistentemente dai renziani. Si verifichera’ in quella sede se nel Pd cresce la candidatura di Matteo Renzi come probabile candidato premier del centrosinistra, in caso di elezioni anticipate in primavera, ipotesi che lascerebbe ad altri l’onere della segreteria del partito. Il correntone formato da bersaniani e franceschiniani non e’ piu’ fermamente convinto di provare a fermare l’ascesa del sindaco di Firenze scegliendo Stefano Fassina per la segreteria del Pd e Letta come candidato premier. Se le elezioni diventassero probabili, il correntone proverebbe a trattare alcuni paletti per il definitivo via libera a Renzi. Da palazzo Chigi ci si augura intanto che i primi segnali di ripresa economica in Italia, Europa e Stati Uniti non siano dei fuochi di paglia e indichino piuttosto una solida inversione di tendenza. Di questo hanno discusso oggi Letta, Fabrizio Saccomanni (ministro dell’Economia) e Ignazio Visco (governatore della Banca d’Italia) augurandosi la stabilita’ del quadro politico, come ribadito dal presidente del Consiglio nella sua conferenza stampa a Trento. Un governo in grado di agire concretamente per la crescita economica allontanerebbe le nubi della crisi dall’esecutivo e consoliderebbe il ruolo di Letta in vista di eventuali primarie per la leadership del centrosinistra.