ECCIDIO PIAZZALE LORETO. PISAPIA: MILANO È CAMBIATA, È CRESCIUTA…

“Milano è qui, in piazzale Loreto, uno dei luoghi simbolo della sua storia di libertà, di lotta, di resistenza contro la dittatura. I nazifascisti sostennero che la fucilazione, del 10 agosto di 69 anni fa, dei 15 patrioti italiani fu una rappresaglia per un attentato contro un camion tedesco. Ma lo sappiamo – ce lo dice la storia – che quello fu solo un pretesto, un vero e proprio atto di terrorismo, per intimorire chi si opponeva alla dittatura e allo sterminio. Rendiamo omaggio al sacrificio dei 15 martiri della libertà e a quello di tutti coloro che hanno lottato per restituire all’Italia quella dignità calpestata. Oggi abbiamo bisogno di ritrovare il loro slancio e la loro voglia di libertà”.

Lo ha detto il Sindaco di Milano intervenendo alla cerimonia commemorativa del 69° anniversario dell’Eccidio di piazzale Loreto, a cui hanno partecipato anche, per la Giunta, gli assessori Cristina Tajani e Franco D’Alfonso.

“Dare vita oggi agli ideali di chi ha sacrificato la propria vita significa ritrovare il gusto di costruire l’Italia, di attuare la Costituzione, di continuare a lottare per la libertà e la giustizia. Perché è proprio costruendo un Paese vivo, libero, ricco di idee e di dibattito che saremo capaci di vincere una delle nostre battaglie di oggi, quella della crisi economica”.

“Oggi siamo qui – ha aggiunto Pisapia – anche per dire che non intendiamo scordare le tragedie e i misfatti del passato. Siamo qui per dire che onoreremo, come disse Piero Calamandrei, il testamento che ci hanno lasciato 100.000 morti. Siamo qui per dire che abbiamo imparato la lezione e che difenderemo con tutte le nostre forze i diritti civili e sociali e i princìpi di eguaglianza, pace, solidarietà scolpiti nella nostra Costituzione”.

“In vista del 70esimo anniversario dell’Eccidio di piazzale Loreto, che si commemorerà il prossimo anno – ha concluso il Sindaco – raccogliamo la proposta fatta oggi dai familiari dei 15 martiri perché ci sia una casa-museo in cui la memoria diventi storia”.