Boom di sofferenze nelle banche: negli ultimi 12 mesi sono cresciute del 22% arrivando a sfiorare quota 138 miliardi di euro. La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente è quella delle imprese (94 miliardi). Le "rate non pagate" dalle famiglie valgono complessivamente poco meno di 30 miliardi mentre quelle delle imprese familiari 12miliardi. A 1,5 miliardi ammontano invece le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi Unimpresa.
Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 112,8 miliardi di giugno 2012 ai 137,7 miliardi di giugno 2013 (+22,1%) in aumento di 24,9 miliardi. Nel dettaglio, la quota delle imprese è salita da 75,2 miliardi a 93,9 (+24,9%) in aumento di 18,7 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 25,8 miliardi a 29,9 miliardi (+15,7%) in salita di 4 miliardi. Per le imprese familiari c’è stato un aumento di 1,7 miliardi da 10,6 miliardi a 12,3 miliardi (+16%). Le "altre" sofferenze sono passate invece da 1,1 a 1,5 miliardi (+36,9%) con 416 milioni in più. Parallelamente c’è la stretta dei rubinetti allo sportello. Negli ultimi dodici mesi le banche hanno tagliato più di 50 miliardi di euro a imprese e famiglie. Per le aziende la riduzione dei finanziamenti è stata di 42,8 miliardi (-4,85%), mentre per i cittadini il calo ha raggiunto 8,5 miliardi (-1,3%). Complessivamente, dunque, da giugno 2012 a giugno 2013 la diminuzione dei prestiti bancari al settore privato è stata di 51,3 miliardi (-3,43%). Record a giugno scorso: i prestiti sono calati di oltre 8 miliardi rispetto al mese precedente. Secondo l’analisi dell’associazione, lo stock di finanziamenti al settore privato è calato dai 1.497,9 miliardi di giugno 2012 ai 1.446,6 miliardi di giugno 2013 con una diminuzione di 51,3 miliardi. Grave il quadro per le imprese: nell’ultimo anno le imprese hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 15,4 miliardi (-4,63%) da 332,8 miliardi a 317,4 miliardi, i prestiti a medio periodo (fino a 5 anni) per 8,4 miliardi (-6,29%) da 134,8 miliardi a 126,4 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 18,9 miliardi (-4,55%) da 415,4 miliardi a 396,5 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è sceso da 883,2 miliardi a 840,4 miliardi con una diminuzione di 42,8 miliardi (-4,85%). Analoga situazione per le famiglie: giù il credito al consumo di 3,4 miliardi (-5,42%) dai 62,8 miliardi di giugno 2012 ai 59,3 miliardi di giugno 2013; meno mutui casa per 3,1 miliardi (-0,87%) da 367 miliardi a 363,9 miliardi e meno prestiti personali per 1,9 miliardi (-1,05%) da 184,8 miliardi a 182,9 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie è calato da 614,7 miliardi a 606,2 miliardi con una diminuzione di 8,5 miliardi (-1,39%).