Papa Francesco ha nominato mons. Pietro Parolin, nunzio apostolico in Venezuela, come Segretario di Stato. Egli prenderà possesso del suo ufficio il 15 ottobre. Il pontefice, riferisce il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha accettato le dimissioni del card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, chiedendogli, però, di rimanere in carica fino al 15 ottobre 2013, con tutte le facoltà inerenti a tale ufficio.
Papa Francesco, al posto del card. Tarcisio Bertone, ha promosso al vertice della terza loggia del Palazzo apostolico mons. Pietro Parolin nato a Schiavon, in provincia di Vicenza, il 17 gennaio 1955. Lascia la carica di nunzio in Venezuela, dopo essere stato per sette anni ‘viceministro’ degli esteri vaticano. Figlio di un negoziante di ferramenta e di una maestra elementare, rimane orfano di padre ad appena dieci anni assieme alla sorella e al fratello. Oltre all’italiano conosce il francese, l’inglese e lo spagnolo. Studia nel seminario a Vicenza, e’ ordinato sacerdote il 27 aprile 1980 dal vescovo mons. Arnoldo Onisto. Dopo aver conseguito la laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Universita’ Gregoriana, il 1* luglio 1986 entra nel servizio diplomatico della Santa Sede, prestando la propria opera in Nigeria dal 1986 al 1989 e in Messico dal 1989 al 1992. Il 30 novembre 2002 viene nominato sottosegretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, dove collabora prima con il cardinale Angelo Sodano e poi con il card. Tarcisio Bertone, occupandosi in particolare delle relazioni tra la Santa Sede e i paesi asiatici, su tutti Vietnam e Cina. Il 17 agosto 2009 viene nominato arcivescovo titolare di Acquapendente e nunzio apostolico in Venezuela. Il 17 agosto 2009 e’ nominato arcivescovo ad personam di Acquapendente e Nunzio Apostolico in Venezuela. Il 12 settembre 2009 riceve l’ordinazione episcopale per l’imposizione delle mani di papa Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro, coconsacranti i cardinali Tarcisio Bertone e William Joseph Levada. Nella difficile missione da lui svolta in Venezuela, scrive ‘Il Sismografo’, blog d’informazione religiosa, secondo molti analisti e osservatori, mons. Parolin oltre a mantenere un rapporto positivo con il defunto Presidente Chavez, particolarmente ostile nei confronti della chiesa venezuelana e piuttosto indifferente ai rapporti con la Santa Sede, ha saputo gestire le relazioni bilaterali col nuovo governante, Nicolas Maduro, in modo molto abile ed efficace. A lui si deve, in gran parte, il rilevante miglioramento del rapporto tra il governo e l’Episcopato delle ultime settimane dopo l’udienza di papa Francesco al governante successore di Chavez.
”Nel momento in cui viene resa pubblica la nomina a Segretario di Stato, desidero esprimere profonda e affettuosa gratitudine al Santo Padre Francesco, per l’immeritata fiducia che sta dimostrando nei miei confronti, e manifestargli rinnovata volonta’ e totale disponibilita’ a collaborare con Lui e sotto la Sua guida per la maggior gloria di Dio, il bene della Santa Chiesa e il progresso e la pace dell’umanita’, affinche’ essa trovi ragioni per vivere e sperare”. Sono le prime parole del nuovo Segretario di Stato, mons. Pietro Parolin, dopo la nomina di stamane da parte di papa Francesco. ”Sento viva la grazia di questa chiamata, che, ancora una volta”, ha aggiunto mons. Parolin in una dichiarazione scritta inviata da Caracas, dove attualmente e’ nunzio in Venezuela, ”costituisce una sorpresa di Dio nella mia vita e, soprattutto, ne sento l’intera responsabilita’, perche’ essa mi affida una missione impegnativa ed esigente, di fronte alla quale le mie forze sono deboli e povere le mie capacita’. Per questo mi affido all’amore misericordioso del Signore, dal quale nulla e nessuno potra’ mai separarci, e alle preghiere di tutti. Tutti ringrazio, fin d’ora, per la comprensione e per l’aiuto che, in qualsiasi forma, mi vorranno prestare nello svolgimento del nuovo incarico”. Il neo Segretario di Stato rivolge poi un pensiero ”alle persone che sono state parte della mia vita in famiglia, nelle parrocchie in cui sono nato e in cui ho prestato servizio, nella cara Diocesi di Vicenza, a Roma, nei Paesi dove ho lavorato, Nigeria, Messico e, ultimo, Venezuela, che lascio con rimpianto”. Mons. Parolin, infine, non dimentica il papa emerito Benedetto XVI, che ”mi ha ordinato Vescovo, alla Segreteria di Stato, che e’ gia’ stata la mia casa per molti anni” e rivolge un pensiero anche al ”card. Tarcisio Bertone, agli altri Superiori, ai colleghi e ai collaboratori e all’intera Curia Romana, ai Rappresentanti Pontifici. A tutti sono largamente debitore”.