Telecom e Alitalia: declino della politica industriale… ma non prendiamoci in giro

Si levano le voci contro la vendita di azioni di Telecom a Telefonica, nonchè contro Air France in Alitalia. Tutto in nome della italianità di queste aziende e del pessimo segnale all’Italia e al mondo che verrebbe dato con l’ingresso del capitale straniero. A noi, con tutta sincerità, della politica industriale italiana non solo non ce ne frega niente, ma siamo preoccupati che possa continuare visto com’è e visto che non ci sono spiragli di miglioramento ma solo di peggioramento. Parliamo per il mondo dei consumi e per il mondo del lavoro. Sembra che gli errori del passato non siano serviti a nulla. Abbiamo dimenticato il travaso di soldi pubblici che ci è costato a suo tempo il mantenere la bandierina tricolore sulle azioni di Alitalia? Sembrava, e fu deciso dall’allora capo del Governo Silvio Berlusconi, che i francesi o chi per essi sarebbero stati un disastro totale. Bella roba! Oggi, non solo siamo punto e a capo, ma siamo tutti, comunità economica nazionale, più poveri e più presi per i fondelli. Ci sarebbe poi tutta la storia del capitalismo italiano, a partire dalla Fiat, la cui unica e diffusa caratteristica è sempre stata: perdite pubbliche, profitti privati Noi auspichiamo che, mantenendo ovviamente i necessari livelli occupazionali, tutte le aziende che hanno bisogno di soldi siano comprate da chi questi soldi li ha. Se l’alternativa è entrare in agonia disperdendo professionalità e patrimoni, e non si riesce a diversificare, cambiare, aggiornarsi, mentre i consumatori vanno altrove e i lavoratori ingrossano le già consistenti file di disoccupati, per quale motivo non si devono accettare i soldi di chi li vuole dare? Per il nostro nazionalismo e il nostro orgoglio? Ma non prendiamoci in giro, noi italiani non siamo mai stati una nazione, al massimo ci facciamo le “guerre” tra un Comune e un altro, andando poi a cena insieme.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc