Si conclude rapidamente la riunione che inizia dopo le 19 nella Sala della Regina a Montecitorio dei gruppi parlamentari del Pdl. Non ci sono dissensi sulla proposta avanzata in apertura da Renato Schifani, capogruppo al Senato: ognuno dei parlamentari apra una riflessione sulla prosecuzione della propria vita politica nel momento in cui a Silvio Berlusconi verrà negato ”il diritto alla giustizia”. Il riferimento è al voto sulla decadenza dell’ex premier dal suo ruolo di senatore, fissato il 4 ottobre dalla Giunta per le elezioni del Senato. La proposta di dimissioni in blocco dei deputati e dei senatori del Pdl è accolta da un applauso. Non ci sono dettagli su come avverrebbero tecnicamente queste dimissioni: lettere individuali ai presidenti di Camera e Senato, o ai propri capigruppo che poi dovrebbero renderle ufficiali? Nel discorso di Schifani inoltre non c’e’ alcun riferimento alle dimissioni dei cinque ministri del Pdl. Ma la convocazione della riunione dei parlamentari pidiellini e’ sufficiente a far salire la tensione e a far dire agli ambienti del Quirinale che il presidente della Repubblica si riserva di verificare con maggiore esattezza quali siano state le conclusioni dell’assemblea dei parlamentari del Pdl. Berlusconi, nel suo intervento accolto da una standing ovation, ringrazia i parlamentari del partito dopo aver ricordato che quello in atto è il passaggio più difficile della propria vita a causa di ”una sentenza assurda e ingiusta con accuse infamanti”. Il leader del centrodestra sottolinea la scelta della rinascita di Forza Italia come primo atto per tornare a ottenere alti consensi elettorali. I sondaggi, annuncia, danno attualmente Forza Italia in grado di raggiungere il 36%. Da qui la scelta di ”continuare a resistere”, nonostante il Cavaliere dica di essere convinto di avere tutti contro, a iniziare dai giudici della corrente di Magistratura democratica che guiderebbero ”un’ operazione eversiva per sovvertire lo Stato di diritto”. Berlusconi non minaccia crisi di governo e non fa riferimenti all’attivita’ dell’esecutivo. Si limita a ricordare che ”la sinistra non e’ cambiata dal 1994, sono sempre gli stessi”. Si è appreso intanto che il Cavaliere ha cambiato residenza da Milano a Roma, presso palazzo Grazioli, in modo che l’affidamento ai servizi sociali o gli arresti domiciliari – quando diventera’ operativa la condanna a quattro anni per frode fiscale – possa avvenire nella capitale. La prima reazione all’iniziativa del Pdl arriva da Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento: ”Mentre il presidente del Consiglio parla all’Onu e lavora per rafforzare la credibilita’ internazionale del nostro Paese, mentre affrontiamo emergenze di ogni tipo ci troviamo di fronte a parole e gesti di una gravita’ assoluta. Se qualcuno pensa che siano forme di pressione, sappia che sono pressioni a vuoto”. Enrico Letta, impegnato a New York nella sessione straordinaria dell’Assemblea delle Nazioni Unite, ha telefonato ad Alfano per chiedergli chiarimenti sull’atteggiamento del Pdl che rischia di minare la stabilita’ politica, ritenuta condizione preliminare per favorire la ripresa economica. Lo riferiscono fonti di palazzo Chigi, precisando che Letta avrebbe confermato la sua intenzione di non farsi logorare da iniziative e annunci di una parte della maggioranza. E’ prevedibile che al suo ritorno a Roma chieda una verifica sulle intenzioni del Pdl. Spiega Renato Brunetta, capogruppo Pdl: ”Non sono mai state ventilate ipotesi di dimissioni di massa. Abbiamo invitato ciascun parlamentare a riflettere e a decidere secondo coscienza in caso di decadenza”. Un twitter di Mariastella Gelmini, vicecapogruppo del Pdl a Montecitorio, e’ piu’ categorico: ”Se il Senato fa decadere Berlusconi violando l’irretroattivita’ della legge Severino, siamo tutti decaduti”. Commenta Guglielmo Epifani, segretario del Pd: ”Il presidente del Consiglio e’ a New York a rappresentare l’Italia di fronte all’Onu e ai mercati mondiali, in Parlamento il Pd e’ impegnato nell’approvazione delle riforme. E il Pdl pensa a sfasciare tutto, a rendere instabile l’azione del governo. I cittadini possono verificare ancora una volta chi tra mille difficolta’ si adopera per fare e chi invece vuole buttare tutto all’aria”.