Corre sempre più veloce il debito pubblico italiano. Negli ultimi dodici mesi, tra luglio 2013 e luglio 2012, il "buco" nelle finanze statali è cresciuto di 94,8 miliardi di euro, pari a una media di 7,9 miliardi al mese. Un ritmo che lo ha portato a superare la quota di 2.072 miliardi. Tale media è più alta del 168,1% rispetto al periodo luglio 2012-luglio 2011, quando il debito si allargava di 3,9 miliardi al mese. Questi i dati più rilevanti che emergono dal rapporto flash del Centro studi Unimpresa "Il debito pubblico italiano". Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della Banca d’Italia, negli ultimi due anni e mezzo (da gennaio 2011 a luglio 2013) il "buco" nei conti della pubblica amministrazione è cresciuto complssivamente di 184,9 miliardi di euro; oltre la metà dello stock del periodo 2011-2013 è stato accumulato negli ultimi 12 mesi, arco di tempo nel quale il debito è salito di 94,8 miliardi. Nei dodici mesi precedenti la fetta di debito in più è stata pari a 56,4 miliardi. In tutto il 2012 l’incremento è stato di 55,2 miliardi, cifra che portò l’ammontare a 1.998,6 miliardi. Alla fine del 2011, il debito era a quota 1.906,7 miliardi con un aumento di 19,1 miliardi annui. "Questi dati – dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – confermano che la politica del rigore attuata nell’ultimo anno dal Governo guidato da Enrico Letta, in continuità con l’Esecutivo tecnico di Mario Monti, si rivela insufficiente non solo per la salute dei conti statali, ma anche sulle prospettive. Le scelte del Governo stanno massacrando le ormai poche speranze di ripresa dell’economia". Secondo Longobardi, "per salvare le micro, piccole e medie imprese deve essere abbattuta la pressione fiscale con interventi seri e rigorosi".