”A seguito di ben 28 scadenze fiscali e contributive che si concentreranno nei prossimi mesi di novembre e dicembre, le imprese italiane saranno chiamate a versare allo Stato e agli Enti locali almeno 76 miliardi di euro”. Lo stima la Cgia sottolineando in una nota come ”sfiancate dalla crisi e sempre più a corto di liquidità, c’è il pericolo che molte piccole e micro imprese non riescano a superare questo vero e proprio stress test fiscale”. Secondo i calcoli Cgia, l’imposta che richiederà lo ”sforzo” finanziario più importante è l’Iva: le imprese dovranno versare all’Erario 26,5 miliardi di euro. L’acconto Ires, vale a dire l’imposta sul reddito delle società di capitali, garantirà alle casse dello Stato 16,9 miliardi di euro, mentre il pagamento dell’acconto Irap (Imposta regionale sulle attivita’ produttive) porterà altri 11,6 miliardi di euro di gettito. Le altre scadenze che gli imprenditori dovranno onorare sono le ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti del settore privato e quelle riferite ai lavoratori autonomi (pari a 12 miliardi di euro) , gli acconti Irpef (4,8 miliardi) e il pagamento della seconda rata dell’Imu (4,4 miliardi). Nel gettito complessivo, pari a poco piu’ di 76 miliardi di euro, non sono state incluse le cifre riguardanti i versamenti relativi all’ultima rata della Tares (la nuova tassa sui rifiuti) e i contributi Inps a carico delle imprese e dei dipendenti. La Cgia ha calcolato anche gli effetti che queste scadenze avranno sulle micro imprese. L’ammontare della spesa, per una Srl con 12 addetti, superera’ i 54.500 euro.