Ben 31 miliardi in più di entrate fiscali pianificate per il biennio 2015-2016. Rispetto a oneri da coprire pari a 29,4 miliardi di euro, la legge di stabilità ha previsto, per gli anni 2015 e 2106, coperture finanziarie pari complessivamente a 60,9 miliardi. Di fatto, nelle indicazioni del Governo è stato già previsto un extra gettito di 31,4 miliardi, pari al 106,9% in più delle effettive necessità di spesa. Per il 2014, invece, il “surplus” di entrate, contenuto e nella norma, corrisponde a 136 milioni (+1,3%): gli oneri da coprire ammontano a 10,6 miliardi e le coperture totali previste sono apri a 10,7 miliardi. Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa sulla base della relazione tecnica allegata al ddl di stabilità all’esame del Senato.
Secondo le valutazioni di Unimpresa, nel dettaglio, nel biennio sotto esame sono stati previsti oneri da coprire per 29,4 miliardi (10,1 miliardi di riduzione delle tasse e 18,8 miliardi di incrementi di spesa) e le coperture valgono 60,9 miliardi (35 miliardi di maggiori imposte e 25,8 miliardi di sforbiciate alla spesa pubblica): vuol dire che è stato programmato un surplus di entrate per 31,4 miliardi (+106,9%). Nel 2015 l’Esecutivo ha indicato in 13,9 miliardi di euro le spese da coprire: si tratta di 4,4 miliardi di minori entrate fiscali e e 9,2 miliardi di aumenti delle spese correnti. Il budget previsto sul versante della copertura ammonta a 28 miliardi con una differenza (una sorta di extra gettito) pari a 14,1 miliardi (+101,5%); per le coperture sono state previste maggiori entrate fiscali per 15,9 miliardi e altri 12,1 miliardi vengono individuati con tagli alle spese. Per quanto riguarda il 2016, gli oneri da coprire valgono 15,5 miliardi (5,7 miliardi di minori entrate fiscali e e 9,5 miliardi di incrementi di spesa) e le coperture arrivano a 32,8 miliardi (19,1 miliardi di entrate fiscali in più e tagli alla spesa per 13,6 miliardi): la differenza è pari a 17,3 miliardi (+111,8%). Valori nettamente non in linea né con le ultime due finanziarie (quando gli extra gettiti non hanno mai superato il miliardo l’anno) né con i dati relativi al 2014, quando il “fieno in cascina” previsto è pari a soli 136 milioni, cioè l’1,3% in più rispetto ai 10,6 miliardi da coprire (2,6 miliardi di minori entrate e 7,4 miliardi spese aumentate) a cui, dunque si fa fronte con coperture per 10,7 miliardi (6,7 miliardi di maggiori entrate e 4 miliardi di riduzioni di uscite). In linea teorica, esistono due ragioni che potrebbero aver spinto Governo e ministero dell’Economia a prevedere massicce coperture finanziarie per il biennio 2015-2016. Il primo motivo potrebbe risiedere nella prudenza, legata alle incertezze della crisi e alle stime di crescita economia: le previsioni sul pil potrebbero non essere rispettate a pieno e gli effetti si avvertirebbero anche sul gettito statale; di qui, forse, la volontà di programmare un piano di entrate più ampio, in modo da compensare eventuali risultati macroeconomici deludenti. Un altro motivo potrebbe essere la volontà di anticipare l’individuazione delle risorse finanziarie necessarie a rispettare i nuovi vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea (deficit allo 0,5% del pil e tetto debito/pil al 60%), cioè il fiscal compact che per l’Italia potrebbe comportare nei prossimi anni manovre correttive per 20-40 miliardi ogni dodici mesi.
“A questo punto il Governo di Enrico Letta, peraltro alle prese con incessanti, pericolose turbolenze nella maggioranza parlamentare, deve dire la verità sui conti pubblici e sulle previsioni per i prossimi anni. Verità che è importante per tutti i contribuenti, ma in particolare per le imprese che sulla base della pianificazione fiscale, decidono investimenti e strategie future” osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.