Unimpresa, stop redditometro e subito rateizzazione cartelle a 10 anni

Bloccare il redditometro sul quale ci sono troppi dubbi e dare subito attuazione alla legge approvata da agosto che estende fino a 10 anni la rateizzazione delle cartelle esattoriali. Queste le due richieste in campo fiscale di Unimpresa presentate a Governo e Parlamento. Secondo l’associazione, col nuovo sistema di accertamento fiscale potrebbero sorgere problemi in relazione ai dati bancari sugli investimenti tali da far accendere spie di evasione non veritiere, perciò, in assenza di opportuni chiarimenti, sarebbe auspicabile una proroga dell’entrata in vigore del redditometro. Mentre per quanto riguarda la rateizzazione delle cartelle esattoriali, Unimpresa denuncia il ritardo del ministero dell’Economia nell’emanare il provvedimento necessario a dare attuazione alle norme approvate oltre due mesi fa dal Parlamento: si tratta delle misure che portano da 72 a 120 il numero massimo di rate utili per saldare i debiti fiscali, da 6 a 10 anni. Sul redditometro, stando anche a indiscrezioni riportate dalla stampa e non smentite, stanno emergendo pericoli in relazione ai dati che le banche devono inviare entro il 31 ottobre all’agenzia delle Entrate. Nel dettaglio, gli istituti di credito non si starebbero uniformando sul valore del dossier titoli: alcuni trasmettono il fair value, cioè il valore di mercato; altri indicano il valore di carico o quello nominale. Ne consegue che, nel caso di investimenti in perdita, l’amministrazione finanziaria potrebbe avere un’idea non corretta della situazione patrimoniale dei contribuenti, perché prenderebbe in esame parametri finanziari non corrispondenti alla realtà. Un altro aspetto, poi, riguarda i disinvestimenti che non verrebbero presi in considerazione dal nuovo sistema di accertamento: chi vende i propri titoli finanziari per far fronte all’emergenza legata alla crisi e alla recessione, e quindi per pagare le cosiddette spese correnti, potrebbe risultare come percettore di redditi non dichiarati. E si tratta di una situazione in cui versano non solo migliaia di famiglie, ma anche migliaia di artigiani, professionisti e piccoli imprenditori.
Sulla questione dell’allungamento delle rate, il ministero dell’Economia ha garantito, la scorsa settimana, che il provvedimento di attuazione del cosiddetto "decreto fare" è di imminente emanazione. La disposizione è particolarmente attesa dalle micro, piccole e medie imprese italiane che sulla possibilità di spalmare i debiti tributari fino a 10 anni fondano le speranze di ripresa. In assenza di questa agevolazione, molte pmi potrebbero non arrivare alla fine dell’anno.