In Italia ci sono segnali qualitatitivi di miglioramento del quadro macroeconomico, lo scrive Bankitalia nel Rapporto sulla stabilità finanziaria. ”I sondaggi tra le imprese indicano un arresto del calo dell’attività produttiva, ma la dispersione delle opinioni e le prospettive restano incerte”, scrive Bankitalia. Nei fatti, segnala Palazzo Koch, si registra, nelle inchieste congiunturali tra le imprese, meno pessimismo, ma questi miglioramenti ”tardano a tradursi in una ripresa della produzione industriale e degli ordini”. Quanto alle famiglie italiane, dopo cinque anni di crisi, la situazione finanziaria resta nel complesso solida anche per il basso livello di indebitamento, ampiamente inferiore rispetto a quanto accade in altri paesi. Nel primo semestre del 2013 ”i debiti finanziari delle famiglie sono pari al 65% del reddito disponibile, contro l’80% circa in Germania e in Francia e il 120% in Spagna”. Nel 2012 le famiglie economicamente vulnerabili, quelle con un reddito inferiore al valore mediano e con un servizio del debito superiore al 30% del reddito, erano il 3% del totale, ”un valore analogo a quello del 2008. Il quadro non sarebbe mutato nel 2013”, è scritto nel rapporto. Per Palazzo Koch, la percentuale di famiglie vulnerabili potrebbe rimanere stabile al 3% anche nel 2014, ma potrebbe ”aumentare fino al 3,5% in uno scenario molto sfavorevole, in cui il reddito reale continuasse a diminuire e i tassi di interesse a breve termine registrassero un forte rialzo”. Capitolo a parte, e anche questo all’ombra dell’incertezza, sull’andamento del mercato degli immobili: dopo un biennio di prezzi in flessione, a causa soprattutto della caduta del reddito delle famiglie (-7% in termini reali dalla fine del 2010), l’Outlook di Bankitalia per il settore resta incerto, anche se ”i rischi di ulteriori rapide correzioni dei prezzi, riconducibili alla sopravvalutazione delle case, appaiono ridotti”. Difficili da decifrare, in particolare, le prospettive a breve termine, sebbene gli agenti immobiliari, pur prevedendo un ulteriore ribasso dei prezzi, nei loro giudizi di medio termine ”sono tornati lievemente positivi”. Per Bankitalia quest’anno i prezzi potrebbero diminuire mediamente del 5%, registrando una modesta crescita nel 2014, sulla quale, peraltro, restano rischi al ribasso. L’incertezza e’ anche ”causata dalla revisione, tuttora in corso, della normativa fiscale potrebbe frenare la ripresa dei prezzi e delle contrattazioni nei prossimi mesi”. A questo, spiega Palazzo Koch, si aggiungera’ fino al dicembre 2016, ”l’arrivo a scadenza di 18 fondi immobiliari del comparto non residenziale”.