Dissesto idrogeologico. Non interessa

La notizia rimarrà per qualche giorno sui media, poi tutto tornerà alla normalità, con prevalenza di notizie del cosiddetto mondo politico. Stiamo scrivendo di quello che è successo in Sardegna per il passaggio di un ciclone (per ora 17 morti), ma che può accadere in qualsiasi località del nostro Bel Paese. Del dissesto idrogeologico se ne parla da 50 anni ma, dopo l’emergenza, tutto torna come prima in attesa della successiva tragedia. Sarà così anche questa volta. Eppure le cifre dovrebbe riflettere. Il 75% del territorio è montuoso e collinare, il che dovrebbe sollecitare i nostri governanti a impegnarsi in interventi di difesa del suolo. Lo stesso dicasi per i provvedimenti che riguardano il rischio sismico. Le aree a rischio dissesto idrogeologico rappresentano il 9,8% del territorio ma coinvolgono l’89% dei comuni! Un programma pluriennale di interventi sarebbe, a questo punto, indispensabile. Purtroppo i nostri governanti hanno l’occhio miope, al massimo riescono a vedere l’orizzonte dei prossimi appuntamenti elettorali che hanno scadenza annuale. Ovviamente, il giorno unico per lo svolgimento delle elezioni è diventato un bello slogan (election day). Esempio, le elezioni nazionali, regionali e locali che quest’anno si sono tenute a distanza di pochi mesi l’una dall’altra. Per oggi piangiamo i morti, domani è un altro giorno.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc