
”Pur essendo passati più di due mesi dalla scadenza prevista dalla legge, apprendiamo da una interrogazione parlamentare tenutasi l’altro ieri che solo 13.500 Amministrazioni pubbliche italiane, pari a poco più del 61 per cento del totale, hanno comunicato al ministro dell’Economia e delle Finanze l’ammontare del debito contratto con le imprese italiane al 31 dicembre 2012. A seguito delle segnalazioni pervenute, la somma complessiva dei debiti è pari 3,1 miliardi di euro. Una cifra irrisoria e lontana anni luce dai 91 miliardi indicati dalla Banca d’Italia o dai 120 miliardi stimati dalla Cgia”. Lo scrive in una nota il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, sottolineando che ”se è inqualificabile che 8.500 Amministrazioni, pari a poco meno del 39 per cento del totale, non abbiano ancora segnalato l’ammontare dei propri debiti, è quantomeno singolare che dalle realtà che hanno trasmesso i dati emerga un importo complessivo di soli 3,1 miliardi di euro”. Cgia calcola che con 13,82 miliardi di euro erogati al 28 ottobre 2013 lo Stato ha utilizzato il 50,8% delle risorse stanziate per l’anno in corso al pagamento delle imprese. ”Riconosciamo sia al governo Monti sia all’esecutivo guidato da Letta – osserva Bortolussi – di aver capito che lo sblocco dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione costituisce una priorita’ per rimettere in moto l’economia del paese”. Ciononostante, per la Cgia ”è verosimile che i debiti della Pubblica amministrazione italiana nei confronti delle imprese ammontino a circa 120 miliardi di euro”. Una cifra superiore di circa 30 miliardi di euro rispetto alla calcolo di 91 miliardi di Banca d’Italia. ”Sia chiaro – sottolineano dalla Cgia – non è in discussione il rigore scientifico dell’indagine realizzata dalla Banca d’Italia. Chi dovrebbe preoccuparsi a dimensionare il debito dovrebbe essere lo Stato che, purtroppo, non e’ ancora nelle condizioni di farlo a causa della reticenza di una buona parte delle sue articolazioni sia centrali sia periferiche”.