LA SANITà PUBBLICA NON HA AMICI

Il sistema sanitario pubblico è già al collasso e il taglio al fondo sanitario nazionale, a dispetto delle rassicurazioni del ministro della Salute, di ulteriori 1,150 miliardi di euro ne accelera il disfacimento. Stessa sorte tocca ai professionisti della sanità, cui viene scippata l’indennità di vacanza contrattuale, tagliato il trattamento di quiescenza, assimilato alle pensioni d’oro di politici e manager pubblici, reso non esigibile il diritto al contratto di lavoro, negato ogni investimento nella formazione delle giovani generazioni che, dopo lunghi anni di studio ed instabilità lavorativa, sono a rischio povertà, come attestato dai dati OCSE.
In tal modo si vuole inceppare il motore del sistema e si evidenzia un disinteresse che non può non destare sconcerto e preoccupazione.

Appare, in tale contesto, ancora più grave e scandaloso il regalo per i policlinici privati di 430 milioni di euro, più del fondo della non autosufficienza, che in una manovra economica in cui la cifra prevalente è la sottrazione del diritto alle cure, costituisce, a conti fatti, l’unico provvedimento con il segno “più” per la sanità.

I medici del SSN non si rassegnano alla perdita di un valore che i cittadini vogliono tutelato e rafforzato. La politica rischia di pagare, e di fare pagare alle istituzioni, un prezzo elevato all’arroganza con cui evita di rispettare allo stesso tempo i propri elettori e la carta costituzionale.

L’Anaao Assomed chiede che la Camera dei deputati introduca i necessari elementi di equità, a favore della sanità pubblica, della formazione dei giovani, cui domani sarà affidato il sistema di cure, della valorizzazione del lavoro che oggi risponde ai bisogni di salute dei cittadini.