Più del 50 per cento dei comuni siciliani senza un piano di emergenza post calamità. Almeno non ce n’è traccia sul sito nazionale del Dipartimento della Protezione civile, che proprio in questi giorni ha caricato quelli relativi a 190 dei 390 comuni dell’isola. Una falla di non poco conto, visto che in caso di calamità i piani rappresentano per la Protezione civile la bussola per orientare le operazioni di soccorso. “Non sappiamo – afferma il deputato 5 stelle Stefano Zito – se la Regione non li abbia ancora trasmessi per semplici ritardi o perché non ne sia ancora in possesso in quanto i Comuni non se ne sono ancora dotati. Fatto sta che oggi un disastro naturale potrebbe vedere arrancare la macchina dei soccorsi con le immaginabili nefaste conseguenze”. Il black-out delle notizie siciliane sul sito del Dipartimento fino a poco tempo fa era totale. Solo tre regioni fino ad agosto avevano mantenuto il silenzio assoluto con Roma e tra queste la Sicilia. Tutte le altre avevano risposto, quantomeno in parte, agli obbighi derivanti da un decreto, poi convertito in legge nel luglio del 2012, che disponeva l’invio entro 90 giorni del piano comunale di emergenza approvato con delibera consiliare. Per capire i motivi del “silenzio” della Regione il Movimento 5 Stelle ha presentato più di due mesi fa due interrogazioni all’Ars ed al Senato (primi firmatari rispettivamente Stefano Zito e Ornella Bertorotta). I due atti, messi a punto con il supporto degli attivisti di Lentini e Carlentini, miravano a capire se i piani esistevano e, eventualmente, a sollecitarne l’invio a Roma. A oggi, però, dalla Regione nessuna risposta è arrivata al Movimento. E nemmeno da Roma, a parte l’elenco di 190 Comuni pubblicato sul sito del Dipartimento della Protezione civile. “L’assenza di una pianificazione organica – afferma il presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino – è una enorme piaga per la Sicilia. Paghiamo il prezzo di una legge urbanistica di 35 anni, che, insieme a una burocrazia lenta e farraginosa, ingessa lo sviluppo e la sicurezza del territorio. La soluzione è una riforma organica che consideri una volta e per tutte i diversi aspetti coinvolti: l’approccio globale è l’unico sistema per evitare situazioni di stallo come quelle segnalate nelle nostre interrogazioni. Da mesi il gruppo M5S lavora a una nuova legge per il governo del territorio che a breve sarà presentata all’Ars”.