Lavoro: senza esperienza, i giovani restano a casa

Dai programmi occupazionali delle imprese non emergono molti segnali positivi per i giovani in cerca di un impiego. In Italia, infatti, la quota di assunzioni rivolte agli under 30 (120.490) scende al 33% nell’anno in corso. E’ quanto rileva Unioncamere Toscana sulla base dell’indagine Excelsior sui programmi occupazionali delle imprese private con almeno un dipendente nel 2013. Sono le regioni del Nord-ovest, in primis Piemonte-Val d’Aosta e Liguria, con oltre il 36%, a offrire le maggiori opportunità alle giovani generazioni, mentre la più bassa incidenza di assunzioni fino a 29 anni si riscontra in Sardegna e Basilicata (rispettivamente 28 e 27%). Nelle ultime posizioni si colloca anche la Toscana, le cui imprese rivolgono ai più giovani solo il 29% delle entrate in azienda.

Oltre alla grave crisi occupazionale, che secondo le previsioni nel 2013 causerà all’Italia una perdita di 250.180 posti di lavoro (17.300 in Toscana), il fattore cruciale sembra essere la mancanza di esperienza di chi si affaccia per la prima volta nel mondo del lavoro, caratteristica che mediamente le imprese considerano necessaria per il 56% delle assunzioni. Una precedente esperienza nella mansione ricercata o almeno nel settore è richiesta in particolar modo in Molise (67%) e Sardegna (66%), mentre Piemonte-Valle d’Aosta (50%), Campania e Puglia (entrambe 60%) sono le regioni dove è meno importante questo requisito, su valori intermedi tra questi estremi, ma comunque superiori alla media nazionale, si colloca la Toscana (59%). Ed è anche per la mancanza di esperienza sul campo che in Italia i giovani appena usciti dal sistema scolastico e formativo sono considerati adatti a ricoprire solo il 45% delle 367.530 assunzioni non stagionali previste per il 2013. In Toscana tale quota scende ulteriormente al 41%.

Paradossalmente sono proprio i giovani con qualifica di formazione o diploma professionale a essere considerati meno adatti a inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro. Fanno eccezione i diplomi professionali socio-sanitari, che con il 65% di assunzioni adatte per neodiplomati mostrano una buona rispondenza alle esigenze del mercato del lavoro.

I neolaureati hanno maggiori opportunità di inserirsi immediatamente in azienda, poiché sono ritenuti adatti a ricoprire il 50% delle posizioni aperte per il loro titolo di studio (pari a 58.310). L’ingresso nel mondo del lavoro è più facile per l’indirizzo sanitario e paramedico, dove l’incidenza di giovani appena formati sale al 67% e per gli ingegneri civili. La Toscana, con una quota del 51% di neolaureati ritenuti adatti all’ingresso in azienda, si allinea al dato nazionale, migliorandolo notevolmente nella laurea in lingue (88%) e in ingegneria elettronica (64%).

Per i lavoratori con titolo di studio secondario sono previste 159.810 assunzioni in Italia: di queste il 49% sono aperte ai neodiplomati. I giovani con diploma a indirizzo linguistico e agroalimentare hanno più chances: rispettivamente il 79% e 58%. In Toscana anche nell’indirizzo turistico-alberghiero il “matching” tra scuola e mondo del lavoro assume
sfumature positive, il 69% delle assunzioni è infatti disponibile per i neodiplomati, a fronte del 47% nazionale.

Vi sono quindi ampi margini di intervento per rendere i percorsi scolastici e formativi maggiormente rispondenti ai reali fabbisogni professionali espressi dalle imprese e ridurre i gap tuttora esistenti domanda e offerta di lavoro.

Anche se tirocini e stage non si traducono sempre in un vero e proprio rapporto di lavoro, rappresentano oggi uno strumento per garantire ai giovani la prima esperienza sul campo. Nel 2012 sono stati attivati 306.580 stages, il 9% dei quali (8% in Toscana) si è tradotto in un rapporto continuativo. Tirocinanti e stagisti vengono particolarmente apprezzati per la capacità di lavorare in gruppo (richiesta a livello nazionale per il 42% delle assunzioni), flessibilità e adattamento (39%) e capacità di lavorare in autonomia (36%). Nel 2012 solo il 14% delle imprese italiane ha ospitato tirocinanti o stagisti, dunque molto resta ancora da fare per mettere in contatto il mondo imprenditoriale con i giovani che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro.