Dati allarmanti in Italia, ugualmente in Sicilia, in merito alla lotta contro il virus dell’HIV: un sieropositivo su 4 non sa di esserlo. Da queste premesse partono all’Ars una mozione e un’interrogazione targate M5S e una serie di iniziative che impegneranno parlamentari nazionali del Movimento e consiglieri regionali a 5 Stelle.
“Bisogna immediatamente tornare a porre la dovuta attenzione sulla problematica – afferma la deputata 5 Stelle Claudia La Rocca, prima firmataria dei due atti – a tal proposito abbiamo presentato i due atti per impegnare il governo regionale ad applicare e rispettare la Legge n. 135 del 1990 “Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l’AIDS”, una legge fra le più esaustive ed avanzate del mondo che ha previsto una serie di misure urgenti nel settore assistenziale della prevenzione e della formazione”. Attraverso i due atti si chiede anche l’istituzione della Commissione Nazionale per la lotta contro l’Aids (CNA) e della Consulta delle Associazioni per la lotta contro l’Aids (CAA).
“Purtroppo, a livello nazionale, – continua la deputata La Rocca – secondo uno studio condotto dall’Istituto superiore della Sanità, la suddetta legge viene in gran parte disattesa mentre Commissione e Consulta non sono operative da anni”. Per capire l’ampiezza del fenomeno, solo in Sicilia, dall’inizio dell’epidemia ad oggi, i casi di AIDS sono stati 2.731, dei quali 19 soltanto nel 2010. “Tra il 2006 e il 2011 – dice La Rocca – è aumentata costantemente la quota di persone che è arrivata allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività. Addirittura nel 2011 questa proporzione è salita al 62,9 per cento”.
Contemporaneamente, i deputati Cinquestelle chiedono al Governo regionale spiegazioni in merito all’effettiva gratuità dei test e soprattutto che fine abbiano fatto i 49 milioni di euro assegnati a favore della Regione siciliana con l’Accordo Stato-Regioni del 22 novembre 2012, per finanziare specifici interventi a carattere pluriennale per lo svolgimento di corsi di formazione e aggiornamento professionale, nonché per il trattamento domiciliare dei soggetti affetti da AIDS.
“Ad oggi – conclude Claudia La Rocca – non si capisce con quali criteri siano stati spesi i fondi per i test; mentre i corsi, nella gran parte delle province siciliane, non si sono tenuti, nonostante la formazione degli operatori coinvolti nella lotta all’AIDS, come indicato anche nelle Linee guida per le Regioni e le Province autonome per l’attuazione dei programmi di formazione, rappresenti una condizione indispensabile per la lotta alla malattia”.