La legge di stabilità rende più poveri oltre 3 milioni di dipendenti pubblici: in un colpo solo sancisce il blocco degli stipendi sino alla fine del 2014, quindi per il quarto anno consecutivo, per i lavoratori della scuola il quinto, forte di una recente sentenza della Corte Costituzionale. E proroga lo stop all’indennità di vacanza contrattuale addirittura fino al 2017. Una doppia manovra che, considerando il crollo del potere d’acquisto delle famiglie e che nel 2012 si è registrato il decremento peggiore degli ultimi 22 anni, prossimamente condurrà tantissimi dipendenti statali a ridosso del tunnel della povertà.
Anief-Confedir ritiene questo doppio provvedimento una vera penalizzazione nei confronti dei propri dipendenti. Prima di tutto perché fermare gli stipendi a tutto il 2014 significa violare i principi richiamati dalla sentenza della Corte Costituzionale sull’illegittimità della proroga del blocco stipendiale (la n. 223/12 che annulla l’art. 9, c. 21 della Legge 122/2010) nei confronti dei magistrati che operano per lo Stato: secondo i giudici, infatti, è illegittima la loro proroga del blocco stipendiale, poiché non rientra più nei casi di eccezionalità. E, per analogia, lo stesso discorso vale per tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Va anche detto che attraverso la sentenza n. 310/2013, la Corte Costituzionale ha recentemente dichiarato legittimo il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici rigettando il ricorso presentato dai ricorrenti, docenti universitari appartenenti al personale non contrattualizzato. Si tratta di una decisione che il sindacato contesterà, ricorrendo alla CEDU per violazione dei diritti dell’uomo e della contrattazione collettiva, visto che ci troviamo di fronte a due trattamenti completamente diversi nei confronti di dipendenti assunti dalla stesso Stato.
Per i dipendenti della scuola, il danno economico si somma a quello derivante dal D.P.R. n. 122 del 4 settembre 2013, che ha sancito la nullità, a partire dal 2011, dell’accordo sulla copertura degli scatti automatici. Per docenti e Ata, aumenti e arretrati (sottratto dal miglioramento dell’offerta formativa, quindi a danno dei nostri studenti) vanno considerati mere indennità, una sorta di ‘una tantum’, per coprire il blocco degli scatti del personale della scuola per il triennio 2010-2012, poi prorogato, voluto dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
La Legge di Stabilità proroga, inoltre, l’indennità di vacanza contrattuale sino al 2015, con la prospettiva di estendere il blocco al 2017: considerando che si fa riferimento al comma 17 dell’art. 9 della Legge 122/2010, anche in questo caso i valori stipendiali del personale della scuola, da adeguare all’inflazione, rimangono di fatto fermi addirittura al 2009.
Anief-Confedir, pertanto, conferma l’intenzione di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo per tutti i dirigenti pubblici e il personale della scuola. Al fine di ribaltare nelle aule di giustizia quanto deciso dal Governo e avallato dal Parlamento. Non vi sono altre possibilità, ormai, per difendere il potere di acquisto degli stipendi e la professionalità di chi opera nella PA. Basta ricordare che proprio in questi giorni l’Inps ha comunicato che “nel 2012, anno "tra i più critici" per l’economia e la società italiana, i redditi delle famiglie ne hanno risentito in "maniera rilevante". Si sono infatti ridotti del 2% in termini monetari, ma in termini di potere d’acquisto la caduta è stata di ben 4,9 punti”. Il decremento è stato anche confermato dall’Istat: “nel 2012 l’Istituto ha potuto registrare il calo peggiore del potere d’acquisto a partire dal 1990, mentre anche la propensione al risparmio dei nuclei familiari italiani ha raggiunto il suo minimo nel corso degli ultimi 22 anni”.
"Certo – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – sarebbe stato più onesto dire a chiare lettere: mai più scatti di anzianità e mai più indicizzazione della vacanza contrattuale. Cancellando quell’intesa rimasta sulla carta per l’applicazione dell’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali nei comparti del settore pubblico firmata il 30 aprile 2009. Per questo diciamo basta a certi interventi illegittimi sulle buste paga di oltre tre milioni di statali, operati da uno Stato che – conclude il rappresentante Anief-Confedir – vestendo i panni del legislatore sta commettendo una colossale ingiustizia".
Per le scuole italiane, comunque, la Legge di Stabilità ha portato anche un provvedimento finalmente in controtendenza: si tratta di un emendamento del Movimento 5 Stelle, che prevede di destinare una quota pari all’otto per mille dell’Irpef per interventi di "ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico" degli edifici scolastici. Di fatto, con questo emendamento, tra gli interventi statali si inseriscono quelli per il miglioramento "degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica". La proposta, già presentata nella precedente legislatura dall’on. Tonino Russo (Pd), è in realtà un vecchio “cavallo di battaglia” dell’Anief.