Complessivamente il numero delle imprese presenti in Italia ha superato quota 6 milioni e anche quest’anno il saldo tra la nati-mortalità delle imprese rimane positivo. Lo rileva la Cgia di Mestre in uno studio, aggiungendo che nei primi nove mesi di quest’anno (ultimo dato disponibile) il saldo positivo si è attestato a 7.668. A fronte di oltre 296.000 nuove iscrizioni hanno chiuso i battenti 288.340 attività. Nonostante il dato sia positivo, rispetto agli ultimi anni è in forte calo. Ad esclusione del 2008, quando la differenza tra le nuove iscrizioni e le cessazioni ha segnato -13.184, nel 2009 è stata pari a +15.474, nel 2010 a +60.666, nel 2011 a +49.154 e nel 2012 a +19.984. Se Lazio (+ 6.319), Lombardia (+5.702) e Campania (+2.489) sono le Regioni più virtuose, la situazione si presenta molto negativa soprattutto nel Nordest. L’Emilia Romagna (-1.465), il Friuli Venezia Giulia (-554) e il Veneto (-3.059) si collocano sulla parte bassa di questa particolare graduatoria. La situazione rimane altrettanto difficile anche in Piemonte (-1.564), in Liguria ( -448) e in Valle d’Aosta (-170). Se il dato medio nazionale tiene, spiega la Cgia, crolla, invece, il dato riferito all’artigianato. Sempre nei primi nove mesi di quest’anno il saldo si e’ attestato a -23.143. La Valle d’Aosta e’ l’unica regione che presenta un dato positivo, con un misero +1. Tutte le altre presentano il segno meno, con punte negative in Lombardia (-3.338), in Veneto (-2.544) e in Toscana (-1.967). ”Da anni l’artigianato segna il passo, soprattutto nell’edilizia e nei trasporti – commenta il segretario generale della Cgia, Giuseppe Bortolussi – La crisi del mercato interno, la mancanza di liquidita’ e il forte aumento delle tasse hanno messo in ginocchio un settore che continua ad avere delle grosse potenzialita’, ma sconta una situazione generale che penalizza soprattutto le piccole e piccolissime realta’ imprenditoriali”.