La decisione del Governo di non far restituire a 90mila insegnanti i 150 euro degli scatti automatici già a loro assegnati rappresenta un passo in avanti, ma non cancella il danno che lo Stato continua a perpetrare nei confronti della scuola pubblica: i 350 milioni di euro necessari a pagare gli aumenti in busta paga dei lavoratori, così come oggi deciso a Palazzo Chigi, verranno infatti prelevati dal fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa, che serve a finanziare le attività e i progetti a supporto della didattica, in particolare nelle aree a rischio.
Il sindacato ricorda che già lo scorso anno, sempre per finanziare gli scatti del personale, furono tagliati 340 milioni destinati all’offerta formativa: circa 275 milioni furono sottratti dal fondo di istituto e 65 da altri soldi già stanziati per le attività a supporto della didattica. Con il conseguente ridimensionamento dei progetti a sostegno delle scuole dove la dispersione degli studenti è alta, delle funzioni strumentali e degli incarichi specifici del personale docente e Ata, dell’attività motoria, dei finanziamenti per le competenze accessorie del personale comandato.
Ancora una volta, quindi, per i dirigenti delle 8.400 scuole italiane, alle prese con sempre maggiori problemi di fondi e finanziamenti statali, diventerà sempre più frequente doversi affidarsi al buon cuore delle famiglie degli alunni. Anche per comprare materiale scolastico di primaria necessità: come la carta igienica, i gessetti per le lavagne, i toner, l’assistenza per i computer e via dicendo. Come, anche, per l’attivazione dei progetti a sostegno della didattica.
“In realtà, la decisione di Ministero dell’Economia di riprendersi i soldi riguardanti gli scatti del 2012 – sottolinea Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – comporterà comunque un danno al mondo della scuola. Solo che anziché produrlo ai lavoratori, si attuerà nei confronti di studenti e famiglie. L’istruzione pubblica, infatti, verrà ulteriormente ridimensionata in termini di performance e servizi. Oltretutto, per realizzare una soluzione provvisoria che non risolve in modo definitivo il problema del blocco degli scatti automatici e delle progressioni di carriera. Al Governo – conclude Pacifico – fanno ormai sempre lo stesso ‘gioco’: si continua a tirare una coperta, ora da una parte ora dall’altra, che col passare del tempo è diventata assai corta”.