Cgil, in 6 anni di crisi 5,4 mld ore di cig

In sei anni di crisi economica il totale di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate è stato pari ad oltre 5,4 miliardi. E’ quanto risulta dai rapporti sulla cassa integrazione dell’Osservatorio cig della Cgil Nazionale da dove emerge che con 1.075,8 milioni di ore di cassa integrazione registrate nel corso dello scorso anno, il 2013 è il terzo peggiore anno in termini di ricorso alla cig dall’inizio della crisi, dietro alle 1.090,6 milioni di ore del 2012 e al dato record registrato nel 2010 con 1.203, 6 milioni. Con questo ultimo dato record relativo allo scorso anno è così possibile tracciare un bilancio di sei anni di crisi, da quando cioè gli effetti della crisi finanziaria scoppiata nell’estate del 2007 si sono riversati sull’economia reale negli ultimi quattro mesi del 2008 per arrivare al 2013. Il totale di ore di cassa integrazione registrate in questo lasso di tempo è di oltre 5,4 miliardi di ore, così suddivise in dettaglio: nel 2008 si sono totalizzate 188,8 milioni di ore (ma con una poderosa crescita a partire dall’ultimo quadrimestre dell’anno con 87,4 milioni di ore registrate); per il 2009 la cig ha raggiunto le 918,1 milioni di ore; nel 2010, con l’introduzione della cassa in deroga, si è toccato il picco con 1.203,6 milioni; il 2011 si è chiuso con 953,5 milioni di ore; e, infine, il 2012 si e’ chiuso con 1.090,6 milioni di ore. Ecco quindi che con il dato diffuso oggi dall’Inps, ovvero 1.075,8 milioni di ore, il totale di questi ultimi 6 anni di ore di cig richieste e autorizzate tocca la vetta di 5.430,4 milioni di ore. ”Cosi’ come avevamo da tempo prospettato – osserva il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada -, per l’ennesima volta superiamo il miliardo di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate nel corso di un anno. Un nuovo drammatico record negativo da quando la crisi si e’ abbattuta sul nostro paese, determinato allo stesso tempo dalla totale assenza nel corso di questi anni di adeguate strategie di contrasto alla crisi. Il paese – conclude – versa in uno stato di crisi profonda: c’e’ il bisogno urgente di una svolta, di scelte e investimenti che invertano la tendenza e permettano la creazione di posti di lavoro perche’ la rivisitazione delle regole da sola non basta”.