SCUOLA: Nuovi abilitati ancora penalizzati, l’apertura del Miur delle graduatorie d’Istituto è un contentino

L’annuncio di oggi del Ministero dell’Istruzione di modificare "in parte l’attuale Regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti", per "valorizzare il titolo abilitante" http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs180114
facendolo "valere da subito nelle graduatorie di istituto, in attesa del loro consueto aggiornamento triennale", rappresenta una decisione illusoria: il mancato inserimento nelle graduatorie che più contano, quelle ad esaurimento, lascia infatti a bocca asciutta circa 12mila neo abilitati tramite Tfa ordinario. In prospettiva, prepara allo stesso destino i prossimi 70mila abilitati attraverso i Pas. E continua ad ignorare gli idonei al concorso a cattedra non assunti, che tra un paio d’anni si ritroveranno per strada. Si tratta di una scelta incoerente e irragionevole, perchè non lascia speranze di stabilizzazione a giovani e meritevoli, che l’università statale ha selezionato, formato e abilitato su richiesta del legislatore. Ora, invece di dare loro il via libera per inserirsi nelle graduatorie pre-ruolo, come anche previsto dal nuovo Regolamento sulla formazione iniziale al fine di migliorare lo standard qualitativo del servizio nazionale di istruzione, si decide di lasciare tutto come prima. Concedendo agli abilitati quel che è da sempre un loro diritto. Tutto questo rasenta la truffa, soprattutto se si pensa che chi si abilita all’estero, senza selezione, può insegnare in Italia, mentre chi è chiamato ad abilitarsi nel nostro Paese continua ad essere lasciato ai margini. Le uniche buone notizie arrivano dal fatto che la laurea continuerà ad essere titolo di studio valido per l’inserimento nelle graduatorie di istituto in terza fascia e che entro febbraio verrà emanato il bando per la partenza del secondo ciclo dei Tirocini formativi attivi. "Riteniamo particolarmente grave – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che dei lavoratori dello Stato per far valere un loro diritto siano costretti ancora una volta a ricorrere al tribunale. È assurdo che si continui a fare ostruzione nei confronti di tanti docenti che per abilitarsi hanno speso fino a 4mila euro. E che i vincitori di un concorso pubblico nazionale vengano lasciati fuori dell’insegnamento dopo aver superato preselezioni, prove scritte e orali. Quella assunta dal Ministro – conclude Pacifico – è una scelta in spregio al buon senso, ai diritti dei cittadini e alle leggi comunitarie. Contro cui non staremo di certo a guardare”.