“Quanto sta accadendo in queste ore in Italia dimostra che le cause del dissesto idrogeologico non risiedono soltanto nei cambiamenti climatici, ma soprattutto nello stato di grave malattia in cui versa il territorio italiano, che in dispregio alla sua straordinaria bellezza, stiamo lasciando morire per incuria, senza neanche tentarne la cura. Dietro i cambiamenti climatici si sono trincerati in troppi, ritenendo che certe situazioni fossero fatalmente da accettare. Ancora una volta invece emerge in tutta la sua gravità il fatto che una pioggia, magari solo un po’ più severa, sia sufficiente a mettere in ginocchio intere regioni” Così Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
“Non è un caso che le previsioni meteo di radio e TV si indirizzino sempre più verso l’allertamento della popolazione rispetto alla probabilità di frane e alluvioni. I numeri d’altronde sono sin troppo chiari: solo dall’inizio del 900 ad oggi abbiamo avuto più di 4000 eventi gravi, di cui più di 1600 hanno prodotto vittime – ha proseguito Graziano, riprendendo i dati del rapporto CRESME – CNG – mentre gli sfollati sono stati più di 700.000. Ingenti continuano ad essere i danni alla nostra agricoltura, al territorio e a tutta l’economia italiana. Nel nostro Paese vi sono ben 29.500 kmq ad alta criticità idrogeologica, In Ligu-ria il 98% dei comuni è in aree ad elevato rischio idrogeologico, in Emilia Romagna la percentuale è del 90%. Quasi 6 milioni di persone vivono nei 6.631 comuni che presentano almeno una situazione di elevato rischio idrogeologico e gli edifici esistenti in queste aree sono più di un milione. Davanti a questi numeri, vogliamo dare la colpa ai cambiamenti climatici? Vogliamo metterci la coscienza a posto pensando che davanti alle cosiddette bombe d’acqua non ci sono alternative? O è il caso di ragionare in altri termini? I cambiamenti climatici rappresentano un’aggravante, non un’attenuante”.