In un Paese come l’Italia dove l’88 per cento dei trasporti commerciali avviene per strada l’aumento seppur contenuto delle accise sui prezzi dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che a quelli di produzione, trasformazione e conservazione. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’entrata in vigore dell’aumento dell’accisa su benzina e gasolio per finanziare alcune norme del decreto Fare varato nel 2013. L’accisa sulla benzina – sottolinea la Coldiretti – passa da 728,40 euro per mille litri a 730,80 e quella sul gasolio da 617,40 a 619,80 per mille litri ma secondo alcuni calcoli potrebbe portare nei prossimi giorni i distributori a rivedere i prezzi al rialzo fino a 0,50 centesimi tenendo conto anche di altri parametri internazionali. Se l’effetto diretto sulle famiglie appare contenuto in circa 30 centesimi a pieno per un’auto di media cilindrata con serbatoio di 60 litri più difficili da valutare – prosegue la Coldiretti – sono le conseguenze sull’intero sistema produttivo. L’aumento dei prezzi del carburante – prosegue la Coldiretti – riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi che sono già particolarmente depressi mentre aumenta i costi per le imprese soprattutto in quei settori dove il trasporto con automezzi con massa complessiva inferiore o pari a 7,5 tonnellate (che non recuperano l’accisa) ha una incidenza rilevante come gli alimentari. L’entrata in vigore dell’aumento delle accise si scontra peraltro con le aspettative di attività produttive importanti per il Made in Italy come quella la coltivazione di fiori e ortaggi in serre riscaldate dove – conclude la Coldiretti – si è ancora in attesa del decreto di attuazione della norma contenuta nel ”Decreto del Fare” che rende applicabile l’agevolazione sul gasolio con la riduzione dell’accisa.