“Si finisca di mettere le mani in tasca ai siciliani che vivono di miseri stipendi o magrissime pensioni, si cerchino coperture aggiuntive alle tasse, in caso contrario faremo le barricate in aula e porteremo imprenditori e cittadini in piazza”. La strada verso il mutuo trentennale per dare liquidità alle casse della Regione per pagare le imprese troverà sulla sua strada lo scoglio del Movimento 5 Stelle. E sarà uno scoglio insormontabile. “A meno che il governo – affermano i deputati – non smonti l’attuale impalcatura del ddl, che com’è strutturato finirà per essere un’ulteriore palla al piede per le prossime. generazioni, che pagheranno aliquote Irpef ed Irap innalzate al massimo per i prossimi 30 anni. Le imprese – proseguono i parlamentari – vanno pagate, ma non sono certo i cittadini che devono scontare sulla loro pelle politiche sbagliate, con debiti che trasmetteranno addirittura ai loro figli”. Allo stato attuale il “no” al disegno di legge del Movimento è un dato di fatto e solo una perentoria correzione di rotta del governo potrà cambiarlo in aula. I correttivi proposti dai parlamentari Cinquestelle vanno dalle transazioni con i creditori per ridurre il debito (come avvenuto in Lombardia), alla compensazione delle aliquote fiscali con agevolazioni alle imprese, fino al piatto forte del taglio delle pensioni e degli stipendi d’oro della Regione e dell’Ars, cosa su cui i deputati non ammettono deroghe. Sulla questione – dicono i deputati – abbiamo fatto uno studio approfondito e abbiamo calcolato che si potrebbe arrivare ad un notevole risparmio annuo facendo un’opera di equità sociale. Ci sono pensioni e stipendi che vanno oltre i 200 mila euro l’anno. Cosa che è intollerabile, oltre che vergognosa”.