Si discetta di abolire il Senato della Repubblica. In verità più che di abolizione si tratta di trasformazione: i senatori non sarebbero direttamente eletti dal popolo ma indirettamente, con una elezione di secondo livello. Una rappresentanza di eletti nelle istituzioni locali sostituirebbe i senatori attuali. Questa scelta potrebbe, però, essere attuata anche per la Camera dei Deputati. Gli attuali membri potrebbero essere sostituiti da rappresentanti degli enti locali. In questo modo, nè il Senato della Repubblica nè la Camera dei Deputati sarebbero eletti direttamente dal popolo. Non avremmo, così, una rappresentanza parlamentare nazionale ma un Parlamento espressione di istanze locali, il quale voterebbe un governo, questo sì, nazionale. E’ una assurdità della quale gli attuali parlamentari non ne hanno contezza. Si è partiti con un attacco ai costi della "politica", ovvero delle istituzioni, per finire con una modifica costituzionale della rappresentanza nazionale. Se si volevano ridurre i costi bastava limitare il numero dei parlamentari, allo stesso modo, se si volevano eliminare i doppi passaggi eguali di approvazione dei provvedimenti legislativi bastava specializzare le funzioni delle due Camere. Il nuovo sistema che verrà funzionerà meglio e produrrà migliori leggi per i cittadini? La cronistoria ci insegna che la nostra Costituzione è stata poco attuata e quando ci hanno messo mano per "migliorarla" hanno fatto danni.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc