Gli ultimi tre mesi del 2013 confermano la positiva inversione di tendenza del trimestre precedente, sia sul versante dei protesti, sia dei ritardi nei pagamenti secondo le rilevazioni del Cerved. In calo del 9,4% le società protestate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e si riducono a meno di 80 giorni il tempo per i pagamenti. ”L’uscita in massa dal mercato delle società più fragili – commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group – documentata dalla nostre analisi sulle chiusure d’impresa, coincide nell’ultima parte dell’anno con un miglioramento delle condizioni economiche – finanziarie delle aziende che hanno resistito alla crisi”. I dati analizzati da Cerved indicano una netta caduta del numero di società protestate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra ottobre e dicembre si contano 59mila aziende cui è stato levato almeno un protesto, il 13,7% in meno rispetto allo stesso trimestre del 2012. Per il secondo trimestre consecutivo il calo interessa non solo le imprese individuali (-15,8%), per cui il miglioramento è in atto dalla fine del 2012, ma anche le altre forme giuridiche: si riduce infatti del 9,4% il numero di imprese non individuali protestate, portando cosi’ il numero complessivo per l’intero anno a quota 42mila, l’1,8% in meno rispetto al 2012. A livello annuale, nell’ambito delle imprese non individuali, si riscontrano segnali positivi in tutti i settori analizzati anche se il fenomeno rimane a livelli storicamente alti nelle costruzioni e nel terziario. Proprio l’edilizia si conferma il comparto caratterizzato dalla maggiore diffusione del fenomeno, con indici quasi doppi rispetto al resto dell’economia: e’ stato protestato un assegno o una cambiale al 3% delle aziende del comparto contro l’1,6% dell’industria. Anche il terziario, pur facendo registrare un calo dei protestati dell’1,7% rispetto al 2012 rimane a livelli elevati (quasi 23mila aziende protestate), superiori rispetto a quelli toccati durante la recessione del 2009. Dal punto di vista geografico, la riduzione del fenomeno dei protesti interessa tutta la penisola a eccezione del Nord-Est che, nonostante il lieve calo dell’ultimo trimestre, non riesce a invertire il trend negativo dei primi nove mesi del 2013. Nell’intero anno si sono registrate quasi 5mila imprese protestate nell’area, il 2,1% in piu’ rispetto al 2012. Il Nord-Ovest evidenzia una diminuzione del fenomeno del 2,4%, il Mezzogiorno dell’1,2% mentre il Centro traina il miglioramento con un -3,8%.