Un’interrogazione e una richiesta di accesso agli atti per fare luce sullo Stato di “Riscossione Sicilia”, affogata dai debiti e senza una chiara strategia per il futuro.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars corre al capezzale di quello che giudica “un ente strategico per la Sicilia”, per fare una fotografia della situazione e capire se il governo conosce l’esatta situazione in cui versa l’ente e se per esso l’esecutivo ha un piano industriale.
“L’esattoria – afferma la deputata Claudia La Rocca – è un settore fondamentale e non può essere lasciato allo sbando, senza un costante monitoraggio e una lungimirante pianificazione. A tal proposito, la domanda che dobbiamo porci è "la Sicilia riscuote i tributi?”. Sappiamo che è un tema ‘impopolare’, ma l’esattoria non può funzionare a singhiozzo, cosa che temiamo e che potrebbe favorire qualcuno”.
“In commissione Bilancio – continua La Rocca – si sono susseguite diverse audizioni sui problemi di ‘Riscossione Sicilia’. Si è parlato di contenimento dei costi fissi, cioè degli affitti, dell’ipotesi di passare alla piattaforma SOGEI, del coinvolgimento della società nel progetto di riforma delle riscossione pubblica. Di fatto, a parte lo stanziamento di 40 milioni, a cui si intende far fronte con il famoso mutuo di 1 miliardo per tamponare i debiti nei confronti dei fornitori, non sembra esserci nulla di concreto, relativamente a una riforma strutturale, ad esempio un serio piano industriale, seguendo magari delle linee guida da parte della Regione, considerato che la stessa detiene oltre il 99% delle quote”.
I deputati Cinquestelle sollecitano anche un intervento della Corte dei conti sull’importantissima questione.
“La Corte dei conti si svegli – afferma il deputato Giorgio Ciaccio -. Non c’è ripresa, se il più grande danno all’erario della Sicilia parte proprio dalla mala gestio di riscossione Sicilia. Siamo contenti che finalmente anche i sindacati si siano svegliati, denunciando con forza il disastro che sta portando avanti questo governo”.
“Pagare tutti – prosegue Ciaccio – significa pagare meno, pertanto facciamo un appello accorato ai magistrati contabili affinché facciano i dovuti accertamenti”.