Nuovi casinò? Solo le grandi città potrebbero affrontare investimenti e formazione

C’è ottimismo da parte del nuovo presidente di Federgioco, Vittorio Ravà, per la ripresa economica delle quattro case da gioco italiane. "Dobbiamo puntare prima di tutto sui dati macroeconomici – ha dichiarato Ravà -. E’ sotto i nostri occhi la ripresa sia del mercato immobiliare nelle grandi città, sia una maggiore attività delle banche nella concessione dei mutui e dei prestiti. La clientela sta inoltre cominciando a diffidare delle sale Vlt, attestato che quanto viene restituito al cliente gira tra l’85 e l’88%, mentre nei casinò il payout è del 95%". Quindi quali saranno le nuove strategie dei casinò italiani? "I casinò quest’anno stanno tornando a puntare sui giochi di carte. Stiamo registrando un grande successo degli ultimi tempi con il Black Jack ed il Punto Banco. Il problema è che spesso la distribuzione dei tavoli non viene fatta in base a quello che richiede il mercato, ma in base a quanto stabilito dagli accordi sindacali". Per quanto riguarda infine la nascita di nuovi casinò in altre regioni italiane, il presidente si dichiara pessimista. "I quattro casinò nascono come supporto economico per gli enti locali, ma bisogna capire che aprire una nuova casa da gioco è un business complicata che prevede investimenti economici e tanta formazione. Ricordo il caso Berlusconi-Lampedusa. Per fortuna qualcuno ha spiegato all’ex premier che aprire un casinò in quella località sarebbe stato un fallimento. Solo le grandi città possono offrire contesti economicamente interessanti".