La spesa sanitaria dei 28 Paesi dell’Unione Europea nel 2012 è stata pari a 948 miliardi di euro, vale a dire il 7,3% del PIL. L’Italia è esattamente in linea con questo scenario, confermando a livello nazionale lo stesso dato della media europea. Lo dice l’Eurostat, ossia l’ufficio statistiche ufficiale dell’Unione Europea, in un focus dedicato alla sanità e all’evoluzione del governo della spesa pubblica degli stati membri.
Le risorse per la salute negli Stati membri sono complessivamente stabili negli ultimi anni, visto che anche nel 2011 la spesa dedicata era stata pari al 7,3% del PIL europeo. Diminuisce invece rispetto al 2009, quando era stato raggiunto il picco massimo del 7,6%.
In altre parole, i tagli alla sanità sono una conseguenza della riduzione generale della spesa pubblica. La sanità rappresenta oggi il 15% della spesa pubblica, ed è il secondo fattore dopo la protezione sociale, vale a dire la previdenza e i sussidi, che assorbono il 40,3% delle risorse pubbliche.
La spesa sanitaria non è ovviamente allo stesso livello in tutti i paesi dell’Unione Europea. Il Paese membro più generoso è la Croazia, con il 9,2% del PIL, seguito dall’Olanda con l’8,9 e dalla Danimarca con l’8,6%. L’Italia è al decimo posto, con una spesa del 7,3% del PIL, esattamente in linea con la media UE. Chi spende di meno è la Romania, che si ferma appena al 3,1 % del PIL, seguita da Cipro e dalla Lettonia.
Sanità in Cifre Magazine