Il 20 maggio del 2005 è stata una data importante per il mercato dei giochi in Italia. Con una comunicazione dell’allora direttore generale dei Monopoli di Stato, Giorgio Tino, si dava ufficialmente – segnala Agimeg – l’addio ai videopoker. “Entro il 31 maggio dovranno essere rimossi dai pubblici esercizi tutti gli apparecchi cosiddetti “videopoker” (…) che già dal primo maggio dovevano essere spenti”. Iniziava così la nota che sanciva la fine di un mercato vastissimo come quello dei videopoker. Nella stessa nota, Aams allegava anche le circolari del Ministero dell’Interno e dell’Amministrazione stessa che fornivano “dettagliatissime istruzioni sugli adempimenti connessi all’imminente scadenza”. Dure le sanzioni per chi non si fosse adeguato ai termini di dismissione degli apparecchi. Per il gestore, divieto di rilascio, per un periodo di 5 anni, di nulla osta per la messa in esercizio di apparecchi da divertimento ed intrattenimento, sanzioni amministrative pecuniarie, anche per gli esercenti, da 1.000 a 5.000 euro con possibile confisca degli apparecchi e, sia per il gestore sia per chiunque avesse installato o consentito l’uso di tali apparecchi, sanzioni di carattere penale con ammende da 4.000 a 40.000 euro nonché la confisca obbligatoria degli apparecchi (in caso di recidiva la sanzione era raddoppiata). Per il solo esercente, invece, le sanzioni amministrative prevedevano anche la sospensione della licenza per pubblico esercizio da 1 a 6 mesi (e poteva essere revocata anche dal Sindaco in caso di recidiva).
Dal 2005, il neo settore degli apparecchi da intrattenimento gestito dai Monopoli di Stato tramite i 10 concessionari di rete, ha lasciato nelle casse dell’Erario diversi miliardi di euro. Sono passati dieci anni dalle prime installazioni di Newslot nei pubblici esercizi e da allora, a fronte di una raccolta complessiva (comprensiva anche delle Vlt) di oltre 287 miliardi di euro, sono tornati allo Stato 28,3 miliardi.