La legge sul divorzio breve è un primo grande passo verso il riconoscimento delle libertà civili: finalmente presto sarà consentito ai coniugi di non trascinare per anni il proprio contenzioso, permettendo loro di riorganizzare in tempi brevi e in modo stabile la propria vita. Una buona parte degli oltre cinque milioni e quattrocentomila procedimenti civili pendenti in Italia è rappresentata proprio dalle cause di separazione, consensuale o giudiziale, iscritte a ruolo: un sistema che ha riflessi rilevanti sull’efficacia e la stessa competitività dell’intero nostro sistema giudiziario, oltre che sulla vita di migliaia di persone. Modificare questo sistema semplificando le procedure e riducendo i tempi è una battaglia di civiltà giuridica e sociale, che ci mette finalmente in linea con gli altri paesi europei ed extraeuropei dove è possibile ottenere il divorzio in tempi rapidi, con procedure semplici e costi assai contenuti. Ora mi auguro che il Senato approvi con senso di responsabilità il testo, facendo in modo che l’Italia volti pagina, e che questo sia un seme cui ne seguiranno molti altri, a partire dall’estensione del matrimonio civile alle coppie gay e lesbiche, da una legge sulle unioni civili non matrimoniali, da una revisione della normativa sulle adozioni, fino al testamento biologico e alla fecondazione assistita: una riforma complessiva del diritto di famiglia, insomma, attesa da anni e che finalmente rappresenterebbe per l’Italia uno straordinario salto di civiltà.