L’allarmante Rapporto Censis di oggi sulla sicurezza scolastica non lascia più spazio agli annunci: il tempo è scaduto, il Governo passi subito ai fatti. In queste ultime settimane abbiamo sentito parlare dell’invito del premier a 4.400 sindaci perché individuino la struttura scolastica del loro Comune più a rischio, dello sblocco del patto di stabilità che favorirà migliaia di interventi di decoro e manutenzione straordinaria. Il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha assicurato che sono in arrivo 3,5 miliardi, con 10mila cantieri aperti già dalla prossima estate. Estate, però, che sta arrivando senza alcuna traccia, a oggi, di interventi concreti di edilizia scolastica. Siamo fermi a un dato che parla da solo: negli ultimi 5 anni il 56% delle scuole italiane non sono state sottoposte ad alcun tipo di intervento, nemmeno di ordinaria manutenzione.
Intanto, però, in Italia il 60% degli edifici scolastici continua ad essere a rischio sisma: su 42mila plessi, il 60% rimane sprovvisto delle scale di sicurezza e delle porte antipanico, il 48% non rispetta la normativa antincendio, il 42% non ha il certificato di agibilità statica e il 29% non dispone nemmeno del certificato di agibilità sanitaria. Inoltre, più dell’11,1% continua a mantenere all’interno della struttura scolastica parti in amianto cancerogeno.
“I rischi si sono poi amplificati – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – con l’eliminazione, negli ultimi anni, di 2mila scuole, e di 200mila posti tra docenti e amministrativi, tecnici ed ausiliari: con il risultato che l’elevazione dei limiti numerici degli alunni per classe da adottare in casi eccezionali, introdotti durante la gestione Gelmini, sono diventati la norma: nella scuola d’infanzia si è passati da 28 a 29 alunni per classe, alla primaria da 25 a 28 ed alle superiori si sono concesse deroghe fino alla presenza di 33 alunni per classe. Non a caso all’inizio di quest’anno si sono avuti diversi casi di classi composte con un numero di alunni da record. E questo accade – conclude Pacifico – malgrado negli ultimi due anni il numero di alunni sia aumentato di 64mila unità”.
I rischi per gli studenti e il personale che opera nelle scuole rimangono sopra il livello di guardia. Soprattutto in alcune aree del Paese. Tra cui il Sud, in particolare Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. È emblematica la situazione della Campania, dove sono ben 4.600 le scuole a rischio sismico: l’ultimo rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente ci ha detto che circa il 60% del patrimonio edilizio scolastico campano è infatti precedente al 1974, anno di entrata in vigore delle norme sulle edificazioni nelle zone a rischio sismico; appena l’8,4% risulta costruito secondo criteri antisismici, nel 31,1% è stata effettuata la verifica di vulnerabilità antisismica a fronte di un 100% di edifici posti in aree a rischio sismico.
E in queste condizioni anche diventare responsabili della sicurezza di una scuola può diventare un ruolo scomodo. A tal proposito, va ricordato che la recente normativa sulla frequenza obbligatoria di tutto il personale, in particolare dei docenti, che sono anche dei ‘preposti’, dei corsi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non ha ancora trovato applicazione nella maggior parte degli istituti scolastici.
Anief chiede quindi ai componenti del Governo, al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e al sottosegretario Roberto Reggi, cui è stata affidata la delega in materia di edilizia scolastica, di passare alla politica dei fatti: quella degli annunci è fuori tempo massimo.