di Pietro Paolo Boiano
E’ apparsa una recente intervista in tema di evasione fiscale rilasciata a un quotidiano nazionale dall’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, ben conosciuto anche per essere un insigne studioso della materia tributaria. Egli non usa mezzi termini per dire che i blitz degli uffici delle Entrate e della Guardia di Finanza e l’uso del redditometro, se intesi quali unici strumenti per contrastare l’evasione fiscale, non possono debellare un grave malanno, ma servono terapie molto più incisive. L’accertamento sintetico del reddito complessivo delle persone fisiche non è una novella legislativa, esso essendo già presente nell’ordinamento tributario dal lontano 1973(DPR 600-art.38), quando il legislatore ne previde l’uso, ma solo quale completamento dell’accertamento analitico. Ne è ben consapevole il prof. Visco, tant’è che ha voluto parlarne con il ministro Padoan e con il premier Renzi. Visco vede giusto pure nel dire che è l’iva "la culla dell’evasione", essendo evidente che evadere l’imposta sul valore aggiunto altro non è che la via breve per sottrarre all’imposizione il reddito.
La DIRSTAT (v. Il Foglio elettronico 30/09/2013) è in perfetta consonanza con il Visco-pensiero, tale essendo da sempre la propria posizione,ma rinnova pure l’auspicio che i vertici del MEF si adoperino per una capillare rivisitazione della legislazione fiscale, ottenendo che essa sia sfrondata di tutte quelle leggi grazie alle quali si evadono le tasse eludendole alla luce del sole. Una volta alleggerita la giungla legislativa va senza dire che il legislatore tributario dovrà muoversi in un tracciato attento, meticoloso e inequivocabile. L’evasione fiscale è una nequizia che può essere rimossa, basta volerlo. Si è detto d’accordo il ministro Padoan, sembra che ne concordi anche la Presidenza del Consiglio, allora avanti tutta!