ANAAO SU PATTO PER LA SALUTE

Il Patto per la salute che oggi si chiude rappresenta un’occasione mancata per la definizione di un nuovo compromesso sociale tra Stato, cittadini e professionisti. Un atto di programmazione in un settore fondamentale per la vita dei cittadini, e per l’economia del paese, è stato blindato nell’incontro di due centralismi, saltando a piè pari Parlamento, cittadini, autonomie locali e coinvolgimento della Dirigenza medica e Sanitaria, conditio sine qua non, a detta del Ministro, di ogni cambiamento in Sanità.

Eppure ci ostiniamo ancora ad auspicare un passo in avanti sul terreno dei contenuti. Occorre innanzitutto evitare di scaricare su cittadini e operatori il costo dei risparmi annunciati, facendo tesoro dei dati sulla crescita del ticket fino al 3% del fondo sanitario e sulla diminuzione del 4% del costo del lavoro del personale dipendente. La questione lavoro è oggi decisiva per vincere, o perdere, le sfide della qualità e del contenimento dei costi. Le “risorse umane”, che del SSN rappresentano il capitale professionale, aspettano soluzioni in merito alla piaga del precariato ed al vuoto dello spazio contrattuale, che è fattore di governo e di cambiamento, e risposte non al ribasso alla questione della formazione medica e dell’accesso al lavoro dei giovani.

L’ennesimo taglio dei posti letto, annunciato al di fuori di una sincronizzazione con lo sviluppo di modelli consolidati di cure primarie, servirà solo a collocarci all’ultimo posto in Europa ed a peggiorare l’atmosfera da assalto al forte nei pronto soccorso, lasciando i medici a reggere da soli la forbice tra crescita dei bisogni dei cittadini e riduzione delle risorse disponibili.

La pratica autoreferenziale che Regioni e Governo si preparano a concludere non supererà la prova dei fatti, la traduzione nella realtà in cui oggi si è costretti a curare e a rivendicare l’esigibilità del diritto alla salute, se incapace di rispondere alle domande degli operatori e dei cittadini. E la sanità pubblica continuerà a rincorrere di manovra in manovra, di patto in patto, le ragioni della propria sopravvivenza.