Sollecitati da abili amanuensi che tuonavano contro le "rendite finanziarie", colpevoli di facili guadagni, diversamente da ciò che si ottiene con il sudore della fronte, il Governo ha prontamento colto l’occasione e, da domani, la tassazione sulle "rendite finanziarie" salirà dal 20 al 26%. Rimangono al 12,5% i titoli pubblici. Ricordiamo che sotto il governo Monti la tassazione sulle "rendite" aumentò dal 12,5% al 20%, mentre quelle sui conti correnti diminuì dal 27% al 20%, per armonizzarci con l’Europa si disse. Citiamo anche la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, che ha finito per danneggiare i piccoli risparmiatori perchè gli altri, i grossi, si sono trasferiti su altri mercati. Aggiungiamoci la patrimoniale del 2 per mille che si applica agli investimenti che hanno un rendiconto annuale, titoli di Stato compresi. Insomma, una doppia tassazione si abbatte sul cittadino; la prima con le tasse sul lavoro o la pensione, la seconda sugli investimenti effettuati. Forse conviene tenere i soldi nel materasso.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc