La Bce ha deciso, per l’ennesima volta, di lasciare invariati i tassi di interesse ai minimi storici. Il tasso di rifinanziamento resta, dunque, allo 0,15 per cento, mentre quello sulle operazioni di rifinanziamento marginali resta allo 0,40. Il tasso con il quale l’istituto centrale remunera i depositi custoditi per conto delle altre banche, invece, resta a meno 0,10 per cento (questo per rendere sconveniente agli istituti di credito lasciare fermi i capitali invece che prestarli alle aziende). Si pensava che il governatore dell’Eurotower, nella consueta conferenza stampa che accompagna le decisioni sui tassi, non avrebbe rivelato alcunché di particolare; eppure, una qualche forma di segnale importante l’ha data: ha sostenuto, cioè, che a giugno la politica monetaria della Bce sarà ancora più accomodante di quella attuale. Ha ribadito, inoltre, che all’interno del direttivo della Banca, l’ipotesi di procedere con operazioni non convenzionali per salvaguardare la ripresa, per ora debole e incerta, è sostenuta all’unanimità. Affrontando, infine, il problema della bassa inflazione, ha spiegato che resterà tale nel 2014, per poi risalire nel 2015 e nel 2016. «Se dovesse cambiare la nostra valutazione sul’inflazione – ha concluso -, useremmo il programma di acquisti su larga scala».