UN NUOVO CSS TROPPO UGUALE A QUELLO VECCHIO

Il nuovo Consiglio Superiore di Sanità tradisce, a parere dell’Anaao Assomed, una coazione a ripetere del Ministro Lorenzin. Ma se errare è umano, perseverare è diabolico.

I vizi rilevati, da più parti, nelle nomine dello scorso anno si ritrovano oggi, con l’unica novità positiva della larga presenza femminile, specchio della transizione di genere che sta attraversando la professione medica. Se per la quota rosa è evidente l’impronta renziana, dubitiamo pero’ che lo sia anche per il rinnovamento generazionale.

La composizione del CSS continua a rimanere un monocolore universitario, come a dire che tra i 100.000 medici dipendenti del SSN, di cui 40.000 donne, quasi nessuno può vantare il “profilo illustre e l’alta competenza” che il ministro cercava. Tali requisiti sono considerati tratto genetico dell’Università e specie rara tra quel personale del Ssn che pure il Ministro dovrebbe difendere e valorizzare per compito istituzionale, letteralmente sommerso dalla marea delle “altissime professionalità” così facili da rinvenire nel mondo accademico.

Un organo consultivo del Ministro della Salute si identifica, così, in una istituzione di un altro Ministero. Una palmare dichiarazione di sfiducia nei confronti del patrimonio professionale del SSN, se non una sua delegittimazione. Il ministro della salute, evidentemente, riesce a declinare la parola ospedale solo alle voci chiusura, taglio posti letto, riduzione degli organici. E per i medici ospedalieri deve avere una vera allergia, se fa di tutto per tenersene lontana, tanto che solo per lettera riesce a riconoscere che essi rappresentano la “conditio sine qua non” di ogni cambiamento della sanità. Non era quello che speravamo quando abbiamo auspicato l’esistenza di un Ministro della Salute.

Ce ne faremo una ragione, come si farà una ragione il ministro del fatto che i 100.000 medici ospedalieri, moltissimi dei quali con curricula che niente hanno da invidiare a quelli della blasonata accademia, che tengono aperti, tra le mille difficoltà che lei continua ad ignorare, i cancelli del SSN per tutelare la salute dei cittadini, non si rassegnano ad un destino di subalternità professionale, considerato evidentemente un corollario naturale del peggioramento delle condizioni del loro lavoro.