Polizia penitenziaria sotto organico. All’Ucciardone di Palermo situazione al collasso

“Gli agenti di polizia penitenziaria sono troppo pochi ed all’Ucciardone di Palermo la situazione è all’anno zero. Chiedo al ministero un intervento forte ed urgente”. Così la parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati Azzurra Cancelleri commenta l’interrogazione che la vede prima firmataria, rivolta al Ministero delle Finanze in cui chiede una presa di posizione del Governo sulla carenza di personale nelle carceri italiane, con riferimento all’Ucciardone di Palermo.
“La situazione delle carceri italiane – si legge nell’interrogazione – viola i diritti dei detenuti e l’Italia era obbligata da Strasburgo a risolvere il problema entro il maggio del 2014. La popolazione carceraria non è fatta di soli detenuti, delle condizioni di detenzione e del sovraffollamento ne fa le spese anche il personale della polizia penitenziaria in servizio presso le carceri italiane. Dal 2000, fa sapere Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria, si sono consumati all’interno del corpo cento suicidi. Considerato che il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria è un lavoro usurante come pochi, perché il carcere è terra di frontiera e di contraddizioni, accanto a una esposizione diretta al rischio c’è la percezione del dolore altrui che non può non colpire la sensibilità. In Italia ci sono circa 3.700 agenti in meno rispetto alla dotazione prevista ed a Palermo la situazione è al collasso.
L’istituto palermitano di via Enrico Albanese, è una struttura che soffre di una grave carenza di personale di polizia penitenziaria, carenza che comporta l’abbassamento della soglia di sicurezza sebbene gli Agenti penitenziari dell’Ucciardone abbiano sempre operato per il benessere dell’istituto in generale, mettendosi a disposizione per una turnazione in 3 quadranti anziché 4, lavorando otto ore piuttosto che sei; una situazione divenuta ormai insostenibile, perché la straordinarietà è diventata regola dato che ogni anno si ricorre alla mobilità ordinaria, inoltre non si attua un’integrazione di organico ma solo sostituzioni di personale che successivamente viene trasferito in altre sedi. Per queste ragioni – conclude l’atto parlamentare – chiedo al Ministero se intenda mettere in pratica una corretta integrazione del personale, per evitare che si lavori sotto organico, tenendo presente che molti agenti, che offrono servizio da svariati anni, sono in attesa di un trasferimento per avvicinarsi alla propria casa”.