Aumentano le diseguaglianze nella formazione del budget dell’Ue. L’allargamento ad Est dell’Unione Europea del 2004 e ancor più quello del 2007 (Ue 27) hanno ”drasticamente allargato la forbice tra le prestazioni delle locomotive d’Europa e quelle delle retrovie”, ovvero tra i paesi dell’Europa Nord-occidentale e quelli dell’Europa orientale. Lo rileva uno studio condotto dall’Eurispes. Con l’allargamento a 27 Stati membri, la superficie dell’Unione è aumentata più del 25% e la popolazione più del 20%, mentre la ricchezza solo del 5%. Il Pil medio pro capite dell’Unione europea è diminuito più del 10% mentre le disparità regionali sono raddoppiate. La discrepanza tra i principali contribuenti e gli Stati economicamente più arretrati risulta evidente quando si considera che i quattro paesi principali forniscono oltre il 64% del budget rappresentato dalla risorsa economica basata sul Pil nazionale. In particolare, l’Italia nel 2013 ha elargito l’11,8% dei versamenti basati sul Pil nazionale e si posiziona al quarto posto per contributo dopo Germania, Francia e Regno Unito. Per quanto riguarda l’allocazione delle risorse del programma 2007-2013, Eurispes rileva che circa il 60% delle regioni in ritardo di sviluppo e’ localizzato negli stati membri che hanno aderito all’Unione europea dopo il 2004. Il centro di gravità della politica regionale si è spostato quindi inevitabilmente verso Est, a discapito delle regioni dell’Europa meridionale, che si affacciano sul Mar Mediterraneo. La Polonia si è rivelata il principale beneficiario della politica regionale di coesione dell’Unione europea, in virtù dell’interazione tra la sua cospicua popolazione e il modesto livello di sviluppo economico. Altri 3 Stati dell’Est Europa (Repubblica Ceca, Ungheria e Romania) figurano nelle prime 10 posizioni per finanziamenti ricevuti in termini assoluti. La Polonia, durante il periodo 2007-2013, ha ricevuto oltre 67 miliardi di euro per implementare politiche tese ad accrescere il proprio sviluppo economico, una cifra che rappresenta oltre il 19% del bilancio che l’Ue ha messo a disposizione per la politica regionale di coesione. L’ammontare di risorse stanziato per la Polonia e’ pressoche’ doppio rispetto a quello destinato alla Spagna, il secondo maggior beneficiario in termini assoluti, avendo ricevuto oltre 34,5 miliardi di euro ben 7 piu’ dell’Italia, il terzo paese in questa graduatoria.. In generale, i 5 Stati piu’ generosamente finanziati (gli altri due sono stati Repubblica Ceca e Germania) hanno assorbito oltre il 50% delle risorse stanziate nei tre fondi responsabili del finanziamento della politica di coesione. In termini relativi, invece, emerge chiaramente il robusto finanziamento a favore dei paesi dell’Est. In molti di questi paesi, spiega Eurispes, l’entita’ delle risorse allocate durante il settennato 2007-2013 e’ prossima, e spesso superiore (e’ il caso di Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Paesi Baltici) al 10% del Pil nell’anno di riferimento 2007, mentre tra i paesi dell’Europa a 15, tale percentuale, escludendo Grecia e Portogallo, varia tra lo 0,13% per il Lussemburgo e il 2,55% per la Spagna. Il bilancio preventivo del periodo 2014-2020 si muove sulla falsariga del settennato precedente, anche se l’entita’ dei finanziamenti erogati in direzione di Varsavia e’ aumentata sia in termini assoluti, oltre 77 miliardi di euro, che relativi, oltre il 22%. L’Italia, probabilmente a causa delle notevoli difficolta’ nell’assorbire i contraccolpi della crisi, ha sopravanzato la Spagna come secondo beneficiario della politica di coesione, seppur ricevendo un ammontare di risorse (32,823 miliardi) nettamente inferiore alla meta’ degli stanziamenti a favore della Polonia (77,567 mld). La Romania, un paese che analogamente alla Polonia e’ al contempo popoloso ed economicamente sviluppato, balza al 4* posto della graduatoria dei beneficiari, mentre i piccoli e facoltosi Stati Nord-occidentali (Danimarca, Svezia, Austria, Finlandia, Paesi Bassi), prevedibilmente, languono in fondo alla classifica in entrambi i periodi presi in considerazione.