Cala, lievemente, la disoccupazione ad agosto, passando dal 12,6 per cento di luglio al 12,3 (-0,1 per cento su base annuale); contestualmente, la disoccupazione giovanile raggiunge il tasso più alto di sempre: il 44,2 per cento, un punto percentuale in più rispetto al mese precedente e 3,6 punti in più su base mensile. I disoccupati in questa fascia di età sono 710mila, mentre il loro numero complessivo ammonta a 3 milioni 134mila unità. E’ il valore più alto sia dall’inizio delle serie storiche mensili (2004) che dall’inizio di quelle trimestrali (primo trimestre 1977). Aumenta, inoltre, di 0,2 punti percentuali, su base congiunturale, il numero di persone inattive (il cui tasso è al 36,4 per cento), mentre cala dello 0,5 per cento su base annuale.
Dinamiche preoccupanti che, come sottolinea il Cnel nel rapporto sul mercato del lavoro 2013-2014, se miglioreranno, lo faranno con estrema gradualità. “Le tendenze del mercato del lavoro italiano nel medio termine – sottolinea l’organo di rilevanza costituzionale – delineano esiti preoccupanti“. In definitiva, un ritorno al livello di disoccupazione pre-crisi appare irrealizzabile, così come le prospettive indicate nel Def (disoccupazione all’11 per cento nel 2018) rappresentano un’ipotesi altamente ottimista. Quantomeno, ad agosto, gli occupati risultano 22 milioni 380mila, in aumento dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente (+32 mila unità) e sostanzialmente invariati su base annua. Il tasso di occupazione è, dunque, pari al 55,7 per cento, in crescita di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto all’anno precedente.