“Il Governo a parole mette la scuola al primo posto della sua agenda politica, parlando di rilancio del settore e di valorizzazione dei suoi lavoratori, dall’altra però prepara alla chetichella l’ennesima manovra al ribasso con oltre un miliardo da tagliare con la prossima Legge di Stabilità: ci aspettiamo una repentina smentita delle indiscrezioni apparse in queste ore sulla stampa nazionale, altrimenti ci ritroveremmo davanti il solito remake”. È duro il commento di Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, di fronte alle voci sempre crescenti e circostanziate sui sacrifici che attraverso la manovra di risanamento dei conti pubblici di fine 2014 il Governo si appresterebbe a varare.
Anief aveva messo le mani avanti in tempi non sospetti, denunciando la possibilità che l’Esecutivo volesse realizzare la riforma a costo zero, “attraverso una partita di giro, accelerando la digitalizzazione, riducendo il personale non docente, in particolare nelle segreterie, e fare ‘cassa’ anche eliminando i commissari esterni alla maturità”: questa ipotesi, purtroppo, non solo era fondata ma addirittura ottimistica.
La realtà, riportata oggi dal Sole24Ore, è di un Ministero dell’Istruzione destinato ad essere “protagonista tanto della voce ‘avere’, grazie al miliardo destinato alla stabilizzazione di 148.100 docenti, quanto al ‘dare’. Se calcolato sul saldo netto da finanziare il contributo di viale Trastevere dovrebbe valere un sesto dei tagli complessivi (1,1 miliardi sui 6 attesi nel 2015). Che salirebbe a un quarto se calcolato sull’indebitamento (800 milioni sui 3 miliardi di risparmi attesi dalla manovra). Risorse che arriveranno in parti quasi uguali dal comparto scuola, da un lato, e dal binomio università/ricerca, dall’altro”.
In sintesi, “il risparmio più consistente arriverebbe dall’addio ai membri esterni (eccezion fatta per il presidente) nelle commissioni per la maturità: 144 milioni che scenderebbero a 99 se rapportati all’indebitamento. Altri 130 milioni giungerebbero invece dalla riduzione del fondo di funzionamento delle scuole assicurata dalla razionalizzazione delle spese di pulizia. Sempre in tema di scuola paiono degne di nota altre tre decurtazioni: gli 80 milioni (43 ai fini dell’indebitamento) dovuti allo stop agli scatti di anzianità, che salirebbero a 189 alla fine del prossimo triennio; i 55 milioni (30 ai fini del rapporto deficit/Pil) attesi dall’eliminazione delle supplenze di un giorno; i 50 milioni sottratti ai progetti nazionali di istruzione”.
“Attuare una politica di questo genere – commenta ancora il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico – rappresenterebbe l’esatto opposto di quanto dichiarato negli ultimi sei mesi da chi gestisce dell’amministrazione scolastica e le sorti del Paese. Il comparto Scuola è ancora segnato dai forti tagli attuati negli ultimi anni: dal 2009 sono stati sottratti 200mila posti, 4mila istituti e 8 miliardi di euro”.
“La verità – continua Pacifico – è che il personale non docente negli ultimi cinque anni ha lasciato sul campo circa 50mila unità. E non occorre nessun restyling degli esami di maturità: realizzare delle commissioni di soli docenti interni non avrebbe alcun senso. Paradossalmente, se questa è l’intenzione tanto vale allora eliminare le prove e fare solo uno scrutinio finale del consiglio di clase, mutando la legge che obbliga a svolgere gli Esami di Stato. Se invece è solo la prima tappa verso l’assurda perdita del valor legale del diploma, basta dirlo”.
“In ogni caso, quali che siano i motivi, la misura è davvero colma. Quello che servono alle nostre scuole e a chi vi opera, che ha il contratto bloccato da cinque anni e perennemente sotto l’inflazione, sono solo risorse ‘fresche’, pari a 3 miliardi di euro: quelle che ha chiesto ieri l’Anief, in occasione della giornata di ascolto del Pd sulla ‘Buona Scuola’, da inserire nella stessa Legge di Stabilità. Un motivo in più – conclude Pacifico – per aderire il prossimo 31 ottobre allo sciopero indetto dall’Anief”.