CYBERBULLISMO. SEXTING, COINVOLTO QUASI UN RAGAZZO SU DUE

Per divertimento e “per scherzo”: sono queste le motivazioni che spingono gli adolescenti a seguire l’ultima “moda” del sexting, il fenomeno che si sta diffondendo in Italia e all’estero e che coinvolge ormai quasi la metà dei ragazzi italiani. Se ne è parlato a “Uno, Nessuno CentoMila: adolescenti, cittadinanza e comportamenti digitali”, la giornata di incontro tra giovani, esperti, associazioni ed educatori, organizzata a Palazzo Marino dal Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano, dalle cooperative sociali Pepita Onlus e Industria Scenica insieme all’associazione Contorno Viola e promossa dal Comune di Milano.

“Purtroppo iniziano a non essere rari gli episodi di sexting e cyberbullismo che coinvolgono anche i bambini, prima ancora che inizino la scuola superiore – ha commentato Francesco Cappelli, assessore all’Educazione e Istruzione -. Noi siamo già impegnati a promuovere progetti come questo che prevengano questi fenomeni, ma è fondamentale che ci sia la collaborazione tra scuola e famiglia: agli adulti, genitori e insegnanti, spetta la responsabilità di una maggiore attenzione su comportamenti che sono campanelli d’allarme e spesso nascondono episodi più gravi su cui è fondamentale intervenire in tempo”.

Il Cremit e Pepita Onlus hanno presentato una ricerca che ha coinvolto in Italia 1.800 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni. Il 37% degli intervistati dichiara di aver condiviso on line segreti e immagini di un amico o amica senza il suo consenso. Il 50% ha ricevuto messaggi di testo o foto o video da uno sconosciuto. Il 43% ha visto condivisi segreti e foto senza il proprio consenso. Il 51% ha ricevuto immagini o video di un amico o amica in costume da bagno o in atteggiamenti sessualmente espliciti.

Cremit ha distribuito i questionari in 20 scuole superiori tra licei, istituti tecnici e professionali della provincia di Monza, evidenziando che il 20% posta messaggi a contenuto sessuale per divertimento, il 12,6% per “fare colpo”, l’11,6% per “essere popolare” e l’8,7% per “prendere in giro qualcuno”. Pepita Onlus ha organizzato focus group in diverse città d’Italia, tra cui Milano, rilevando tra le motivazioni principali: “per ricevere attenzione” con un 25% nelle ragazze contro un 15% nei ragazzi, “per ricevere commenti positivi” con un 23% nei ragazzi e un 19% nelle ragazze. Va considerato che oltre il 90% degli adolescenti in Italia sono utenti di internet e il 98% di essi dichiara di avere un profilo su uno dei social network più conosciuti (facebook, twitter).

Annunciata oggi anche la nascita di un gruppo permanente con esperti del settore e rappresentanti delle associazioni, su “Educazione e cyberbullying”, che unisce diverse competenze e strategie di intervento. L’obiettivo è quello di promuovere azioni mirate e concrete destinate ai diversi contesti educativi: dalla scuola agli oratori, alle società sportive, passando in rassegna i diversi comportamenti “a rischio” messi in atto dagli adolescenti e registrati sui diversi social network. Verranno studiati i comportamenti non conformi messi in atto da minori nell’ambito e attraverso i media digitali – in particolare nei social network – e forniti percorsi concreti ed efficaci di educazione preventiva con metodologie integrate.
Per maggiori informazioni: www.cremit.it, www.pepita.it, www.industriascenica.com, www.peer-education.it.